Il fenomeno è sempre più diffuso nel Paese, flagellato dalla crisi economica e dall'iperinflazione. Le donne riescono a ricavare anche 100 dollari americani dalla vendita di una grossa ciocca, con cui aiutano la famiglia ad acquistare beni di prima necessità
Cento dollari in cambio di una grossa ciocca di capelli. È un fenomeno sempre più diffuso in Venezuela dove la crisi economica e l’iperinflazione stanno portando un numero crescente di donne dei quartieri poveri a vendere i loro capelli, destinati alla realizzazione di parrucche ed extension. Nel Paese c’è forte carenza di cibo e medicine e l'altissima inflazione ha reso i salari quasi senza valore. "Ci sono periodi di due o tre settimane in cui non si riesce a lavarsi i capelli", dice una ragazza di 16 anni che si sottopone al taglio dei capelli da vendere. Alcune donne si lavano i capelli con il detersivo per piatti perché non possono permettersi di comprare uno shampoo che costa più del salario minimo mensile, che equivale in questo momento a pochi dollari americani. Negli ultimi mesi infatti, durante i momenti più tesi della crisi tra il leader Nicolas Maduro e il presidente autoproclamato Juan Guaidò, sono diventate sempre più frequenti le carenze idriche, causate dai numerosi blackout elettrici a livello nazionale.
I soldi ricavati per comprare beni di prima necessità
Le ragazze utilizzano i soldi ricavati dalla vendita dei capelli per aiutare le proprie famiglie a comprare beni di prima necessità. "Le ragazze vendono i capelli a causa della situazione nel Paese, per necessità economiche, per acquistare cibo, medicinali o per qualsiasi altra ragione, ma vendono i capelli per necessità", afferma l'hairstylist Jose Velasquez. Anche i negozi locali che vendono prodotti di bellezza si stanno reinventando per rimanere a galla. I marchi internazionali di cosmetici sono scomparsi dai negozi, sostituiti da merci più economiche provenienti dalla Cina e prodotti locali che utilizzano miele e altri ingredienti.