Crisi in Libia, chiuso aeroporto di Tripoli dopo raid. Ue sollecita una tregua umanitaria

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Lo scalo di Mitiga, l'unico della capitale ancora in funzione, ha subìto bombardamenti sulle piste. Mogherini: evitare ulteriori escalation militari e tornare al tavolo del negoziato. Finora le vittime secondo il governo sono "almeno 32". Onu: "Duemila sfollati"

La crisi in Libia non si arresta. A Tripoli, dopo un raid aereo, è stato chiuso anche l'aeroporto di Mitiga, l'unico della capitale ancora funzionante. Il bombardamento, secondo fonti dello scalo, avrebbe preso di mira le piste senza provocare vittime. Ma nonostante la “tregua umanitaria” chiesta dall’Onu, proseguono i raid in molte zone del Paese nordafricano. Secondo il ministro della Sanità del governo, Ahmed Omar, sono almeno 32 i morti e 50 i feriti, la maggior parte civili, dell’offensiva lanciata dall’esercito del generale Khalifa Haftar su Tripoli. L'esercito di Haftar conta finora 14 vittime. Sono invece "circa 2.000" gli sfollati per gli scontri armati in corso nei pressi di Tripoli. Quest'ultimo dato è dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha): "In alcune aree colpite dai combattimenti la popolazione civile non è in grado di fuggire e i servizi di soccorso non possono raggiungerla", fa sapere l'ufficio dell'Onu. Intanto, il vice presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, Ali Al-Qatrani, ha annunciato le sue dimissioni e ha espresso il suo sostegno all'operazione dell'Esercito nazionale libico (Lna), guidato da Haftar, a Tripoli.

Le dimissioni del vicepresidente del governo di Tripoli

Qatrani ha detto che Fayez al-Sarraj è "controllato" dalle milizie e tale azione "condurrà la Libia solo verso ulteriori sofferenze e divisioni". "Attraverso l'incoraggiamento di queste milizie, Sarraj ha violato l'accordo politico sulla Libia abusando dei privilegi concessi a lui come capo del Consiglio presidenziale", sottolinea Qatrani che si schiera a favore della marcia degli uomini di Haftar su Tripoli.

La situazione

Il colonnello Gounonou ieri ha annunciato l'avvio della controffensiva "Vulcano di rabbia" per “ripulire tutte le città dagli aggressori e dalle forze illegittime”, ovvero gli uomini di Haftar. L'aviazione di Tripoli ha anche condotto un raid contro la base aerea di Al-Wattiyah, a sud-est della capitale, verso il confine tunisino, controllata dall'Esercito nazionale libico (Lna) del generale Haftar. Gli Usa hanno ritirato temporaneamente il loro contingente. "La Libia è un dossier che seguo personalmente da tempo. Confido che il generale Haftar, col quale sono costantemente in contatto, voglia evitare bagni di sangue”, ha detto ieri il premier Giuseppe Conte. Oggi invece Salvini ha definito "preoccupante" la situazione in Libia.

Mogherini: "Evitare escalation militare"

La situazione in Libia, viene definita, "sempre più preoccupante" anche dall'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini secondo cui ora le priorità sono "attuare gli strumenti umanitari" ma soprattutto "evitare ogni ulteriore escalation militare e tornare sulla strada del dialogo politico". Mogherini, oggi al Consiglio Ue affari esteri a Lussemburgo, ha fatto sapere di aver parlato questa mattina con il rappresentante speciale dell'Onu Ghassam Salamé e ha aggiunto, che la crisi libica anche se non era formalmente in agenda, sarà trattata dai ministri dei 28 durante la riunione.

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