La premier ha annunciato la volontà di trovare un'intesa ed evitare così il "no deal", con un'estensione del rinvio fino al 22 maggio. Il leader laburista: "Bene l'apertura". Malumori tra i Tories, lasciano il sottosegretario al Galles e quello alla Brexit
Theresa May riceve il leader laburista Jeremy Corbyn per chiedere a Bruxelles ancora "una breve estensione" del rinvio (non oltre il 22 maggio) dell’uscita dall’Ue e per scongiurare il "no deal", trovando un "accordo condiviso" che possa passare l'esame di Westminster. È la nuova ipotesi per un compomesso verso una Brexit più soft, profilata dalla stessa premier Tory in un discorso alla nazione, dopo che la Camera dei comuni ha bocciato ancora le 4 opzioni di piano B alternative. Una decisione che sta già causando malumori e le prime dimessioni: lasciano il sottosegretario al Galles Nigel Adams e il sottosegretario Chris Heaton-Harris, addetto ai piani per un eventuale "no deal" al dicastero per la Brexit. (IL REPORTAGE DAL TAMIGI - LE TAPPE DELLA BREXIT - LE PAROLE CHIAVE)
Confronto a partire da oggi
L'incontro tra May e Corbyn è stato annunciato dal ministro per la Brexit, Stephen Barclay, in un'audizione in commissione. Barclay, un brexiteer pragmatico, ha difeso la svolta come conseguenza dell'ostilità "senza rimorsi" manifestata dal Parlamento all'accordo May. Ha aggiunto che l'obiettivo è ora un compromesso che possa permettere comunque al Regno di uscire dall'Ue "il 22 maggio" e che la richiesta di ulteriore rinvio sarà presentata a Bruxelles la settimana prossima, dopo i colloqui May-Corbyn ed eventuali nuovi voti indicativi ai Comuni. Il ministro ha poi precisato che la premier non pone precondizioni sulle richieste chiave di Corbyn (unione doganale e rispetto degli standard europei sui diritti dei lavoratori, in primis).
Corbyn: "Bene l'apertura"
Corbyn ha definito "benvenuta" nel consueto Question Time del mercoledì alla Camera dei Comuni l'apertura della premier Tory a "un compromesso sulla Brexit", confermando la sua disponibilità ad accettare l'invito a un confronto a Downing Street. May da parte sua ha insistito sulla necessità finale di "attuare la Brexit".
La riunione con i ministri
La decisione di provare a trovare una strada comune da attuare con i Labour è arrivata al termine della riunione di oltre 7 ore del governo Tory britannico. Una svolta che, come riferito da SkyNews, è passata con 17 voti a favore 4 contrari, fra i 21 ministri senior presenti. La ricerca di un compromesso provoca però anche numerosi malumori in casa Tory. "E' molto deludente che il governo abbia ritenuto di affidare la realizzazione finale della Brexit a Jeremy Corbyn e al Labour", ha detto Boris Johnson, annunciando subito voto contrario a prescindere. Jacob Rees-Mogg, uno dei capifila dei falchi, ha accusato Theresa May di voler cooperare con "un noto marxista", s'è detto certo che questo le potrebbe costare una significativa perdita di consensi fra i deputati conservatori e ha ammonito che la storia britannica non ha perdonato "i leader che hanno deciso di andare con l'opposizione invece che con il proprio partito".