Dopo un ventennio al potere le dimissioni dell'82nne capo di Stato, gravemente malato, arrivano dopo numerose settimane di proteste popolari in tutto il Paese
Il presidente algerino Abelaziz Bouteflika ha rassegnato le dimissioni. Lo riferisce l'agenzia ufficiale Aps. Le dimissioni dell'82nne capo di Stato, gravemente malato, arrivano dopo numerose settimane di proteste popolari in tutto il Paese contro un suo quinto mandato. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa nazionale Aps, il Bouteflika ha inviato la sua lettera di dimissioni "a partire da stasera" al presidente del Consiglio costituzionale. L'annuncio arriva a poche ore dalla richiesta dell'esercito di "applicare immediatamente l'articolo 102 della Costituzione" che prevede la dichiarazione di incapacità del presidente della Repubblica.
Fine di un'era
Con le dimissioni di oggi si chiude una lunga pagina di storia dell'Algeria. Bouteflika, 82 anni compiuti a inizio mese, è nato a Oujda, in Marocco, da una famiglia originaria di Tlemcen. La sua ascesa al potere inizia quando nel 1957 si unisce al Fronte di Liberazione Nazionale. Tre anni dopo è ufficiale dell'Esercito di Liberazione Nazoinale. Dopo l'indipendenza, nel 1962, diventa il ministro più giovane, con l'incarico di guidare il ministero dello Sport. A seguire diventa ministro degli Esteri e per 16 anni, dal 1963, è il capo della diplomazia algerina. Nel 1981 sceglie l'esilio volontario per sfuggire alle accuse di corruzione. Torna nel Paese nel 1987, quando sono ormai cadute le accuse contro di lui. Artefice della riconciliazione nazionale, nel 1999 viene eletto presidente per il primo dei quattro mandati consecutivi.
Gli ultimi anni
Nel 2008, con un emendamento alla Costituzione, si assicura di poter retsare ancora al potere. L'ultima vittoria l'ha messa a segno cinque anni fa, quando ha incassato, nonostante l'ictus del 2013, l'ennesimo successo elettorale. L'11 marzo di quest'anno, dopo tre settimane di proteste di piazza, Bouteflika si è impegnato a rinunciare a un quinto mandato alla presidenza, cercando tuttavia di rimanere al potere con la decisione di congelare le elezioni presidenziali inizialmente previste per il 18 aprile.