Facebook accusata di discriminazione razziale negli annunci immobiliari

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Secondo il Dipartimento per lo sviluppo urbano del governo americano, la tecnologia utilizzata dal social permetterebbe a chi pubblica le inserzioni di limitare chi può vederle in base a appartenenza etnica, religione e origine. La replica: "Siamo sorpresi"

Nuove accuse per Facebook. La denuncia questa volta arriva direttamente dal governo statunitense, per la precisione dal Dipartimento per lo Sviluppo urbano, secondo cui il social network discriminerebbe i destinatari delle pubblicità immobiliari in base alla razza, la religione e le origini. Una condotta - denuncia il Dipartimento – che viola la legge. Le nuove accuse a Facebook vanno ad aggiungersi a quelle per il caso Cambridge Analytica, lo scandalo sul "furto" di decine di milioni di dati personali di utenti utilizzati per scopi politici, e a quelle in generale sulla privacy. L'accusa del governo americano è chiara: Facebook discrimina limitando chi può accedere alle inserzioni immobiliari sulla sua piattaforma e su Internet grazie ai dati che possiede sugli utenti, sfruttati dalla tecnologia della piattaforma per mostrare gli annunci.

Le accuse

Secondo il Dipartimento per lo Sviluppo urbano, la presunta pratica discriminatoria di Facebook è possibile grazie alla grande quantità di dati personali che la piattaforma raccoglie e utilizza. Tra gli altri, quelli sull’appartenenza razziale e religiosa, facendo sì che la tecnologia del sistema di pubblicazione degli annunci stabilisca non soltanto a chi rivolgere le inserzioni ma anche chi possa semplicemente vederle. L'annuncio - afferma il Dipartimento governativo - non verrebbe quindi mostrato a un pubblico eterogeneo.

Il Dipartimento per lo Sviluppo urbano: “Come sbattere la porta in faccia”

"Facebook sta discriminando - sostiene Ben Carson, segretario per lo Sviluppo urbano -, usare un computer per limitare le scelte immobiliari discrimina come sbattere la porta in faccia a qualcuno". Le accuse presentate sono civili e non penali, e il Dipartimento prevede che saranno ascoltate da un giudice amministrativo o da un giudice distrettuale. Nel caso in cui venisse stabilita un'eventuale colpevolezza di Facebook, starà al giudice determinare danni e multe.

Facebook: “Sorpresi, abbiamo lavorato per risolvere i timori sollevati”

Nelle scorse settimane Facebook ha rimosso la possibilità per gli inserzionisti di pubblicità mirate per l'immobiliare, il credito e il lavoro in base a età, a genere, codice di avviamento postale e altre categorie che potevano essere considerate discriminatorie. "Siamo sorpresi dalla decisione del Dipartimento per lo Sviluppo urbano in quanto abbiamo lavorato con loro per affrontare e risolvere i timori sollevati e abbiamo assunto misure significative per prevenire" la discriminazione nelle pubblicità, afferma Facebook, sottolineando come le discussioni e le trattative con il Dipartimento su questo fronte si sono interrotte in seguito alla richiesta delle autorità di accedere a troppe informazioni degli utenti ''senza adeguate salvaguardie". "Siamo delusi dagli sviluppi, ma - aggiunge Facebook - continueremo a lavorare con gli esperti di diritti civili su questi temi".

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