L'assalto è iniziato con un’autobomba, poi alcuni uomini armati sono entrati nell’edificio. Tra le vittime, anche il vice ministro del Lavoro. I feriti sono almeno 15. Uccisi gli aggressori. A entrare in azione gli al-Shabaab, cellula somala di Al Qaida
È di 11 morti, tra cui anche il vice ministro del Lavoro, e 15 feriti, l'ultimo bilancio dell'attacco alla sede del ministero del Lavoro e opere pubbliche a Mogadiscio, rivendicato dalla milizia somala Shabaab. Come ha riferito la polizia, tutti e quattro gli aggressori entrati in azione sono stati uccisi. L'assalto è iniziato, come racconta il sito dell'emittente locale Radio Dalsan, con “due esplosioni di autobomba seguite da un'intensa sparatoria” e con l'irruzione dei terroristi nell'edificio. Il vice ministro Saqar Ibrahim Abdalla è stato ucciso nel suo ufficio, al piano terra.
L'assalto al ministero del Lavoro
L'attacco, racconta Ap, è iniziato con un'autobomba kamikaze ai cancelli dell'edificio. La zona era piena di funzionari, dato che il sabato in Somalia è un giorno lavorativo. “Dopo l'esplosione, uomini armati hanno assaltato gli uffici del ministero del Lavoro", spiega Radio Dalsan. Testimoni, inoltre, hanno sentito colpi di arma da fuoco provenire dall'interno dell'edificio dove gli aggressori hanno preso in ostaggio un numero imprecisato di persone. Un secondo veicolo è poi esploso all'ingresso del commissariato di Banaadir, sede della polizia regionale.
Chi sono gli al-Shabaab
Poco dopo l’inizio dell’attacco è arrivata la rivendicazione degli estremisti islamici al-Shabaab: intenzionati a creare uno stato islamico radicale in Somalia, da anni attaccano frequentemente Mogadiscio con attentati suicidi a luoghi pubblici, edifici governativi, hotel e ristoranti. Gli al-Shabaab, cellula somala di Al Qaida dal 2012, vogliono imporre al Paese una versione estrema della sharia, la legge islamica, e per questo cercano di cacciare le truppe straniere dall'ex colonia italiana devastata da una guerra civile iniziata nel 1991. Militari dell'Unione africana (Ua), dislocati a Mogadiscio e in altre zone del Paese, stanno riuscendo a tenere i terroristi in zone rurali fuori della capitale dal 2011, ma non a impedire loro incursioni in Somalia e nel confinante Kenya, impegnato nella lotta contro il gruppo islamico sunnita. Gli al-Shabaab sono anche tra i sospettati per il rapimento, in Kenya, della cooperante italiana Silvia Romano.