Oltre a un 37enne di origini turche, ritenuto l'autore della sparatoria, la polizia ha fermato altri due sospettati. Tre le vittime e cinque i feriti. Non si esclude il terrorismo: un testimone parla di un biglietto inneggiante ad Allah nell'auto usata per la fuga
La pista del movente terroristico è ancora presa "seriamente" in considerazione nelle indagini sulla sparatoria avvenuta ieri, a Utrecht, in Olanda, in cui hanno perso la vita tre persone e altre cinque sono rimaste ferite (FOTO). Ad accreditare la pista legata al fondamentalismo islamico ci sarebbe anche un biglietto in arabo "con la parola Allah scritta a caratteri cubitali". Il foglietto sarebbe stato visto da una testimone sulla Clio rossa che la polizia olandese ritiene sia stata usata dal killer per la fuga, come ha riferito una donna al giornale Algemeen Dagblad, raccontando di aver segnalato lei stessa la presenza della macchina alle forze dell'ordine. Secondo altri media olandesi, l'autore del biglietto avrebbe scritto anche "di aver agito in nome di Allah" e salutato "i fratelli musulmani". I giornali locali riferiscono inoltre che il fratello di Gokmen Tanis, il 37enne di origini turche ritenuto l'autore della sparatoria, è noto ai servizi di sicurezza olandesi per presunti legami con un gruppo radicale islamico turco. Intanto, sono tre le persone arrestate nell'ambito delle indagini: oltre a Tanis, sono stati fermati altri due sospettati.
La sparatoria sul tram
La giornata di terrore è cominciata alle 10.45 di ieri mattina, in un quartiere residenziale di Utrecht, tranquilla cittadina universitaria. Su un tram fermo nella zona di Kanaleneiland, area con una vasta popolazione di immigrati, sale un uomo che poco dopo comincia a sparare con una pistola. Secondo un testimone oculare, l'assalitore aveva puntato una donna, che riesce subito a colpire. Alcune persone si gettano sul corpo riverso a terra della donna, ma il killer apre nuovamente il fuoco uccidendo altri due passeggeri mentre gli altri cercano di mettersi in fuga. Anche l'uomo scappa e per otto ore sarà introvabile.
La fuga e l’arresto
Parlando con il quotidiano olandese Algemeen Dagblad e con Skynews, un testimone aveva subito detto che "l'assalitore è uno del quartiere, non credo abbia agito per terrorismo". Ma la polizia dal principio non esclude nessuna pista. Anzi, il sindaco di Utrecht Jan van Zanen porta il livello di allerta al massimo, come mai era successo in Olanda, e ordina a tutta la popolazione di restare in casa. Anche dalle scuole non entra ed esce nessuno, e per le moschee viene rafforzata la vigilanza, nel timore di un attacco in stile Nuova Zelanda. Viene aumentato anche il livello di sicurezza in tutti gli aeroporti. La città diventa deserta. E mentre i feriti vengono portati in ospedale, entrano in azione anche le forze antiterroriste: elicotteri e centinaia di poliziotti avviano la caccia all'uomo. Per tutto il giorno si susseguono raid in case e appartamenti della città, fino a che la polizia non arriva all'autore della sparatoria, nella zona di Oudenoord.
Chi è il killer
Gokman Tanis, 37 anni, nato in Turchia, ha una fedina penale lunga diverse pagine: dal 2012 al 2017 è stato arrestato più volte dalla polizia per furto, rapina, tentato omicidio, vandalismo, conflitto a fuoco, minacce alla polizia, e persino una violenza sessuale per la quale due settimane fa sarebbe comparso davanti ai giudici in Tribunale. "Non parlo con mio figlio da 11 anni, non conosco la sua situazione psicologica, in passato non aveva comportamenti aggressivi", ha detto il padre del killer Mehmet Tanis, che vive in Turchia. La polizia ha fermato e interrogato anche il fratello, che vive ad Utrecht. Ma altri famigliari, citati dall'agenzia di stampa turca Anadolu, sostengono che il motivo di quella assurda violenza sia proprio da ricercare all'interno delle vicende familiari. La separazione dalla moglie, avvenuta un anno prima, potrebbe essere il motivo scatenante della follia omicida secondo alcune ricostruzioni. Il premier olandese Mark Rutte, che nei momenti dopo l'attacco aveva parlato di una situazione "preoccupante" e aveva riunito l'unità di crisi, ancora dopo l'arresto parla di motivazioni "non chiare".