Accolti in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni che denunciano la violazione del loro diritto alla vita e al rispetto della vita famigliare. Secondo i ricorrenti, lo Stato non avrebbe preso misure per ridurre il pericolo
La Corte di Strasburgo ha avviato il processo contro il governo italiano per la situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi, in Campania. La Corte, quindi, ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni che denunciano la violazione del loro diritto alla vita e al rispetto della vita famigliare, diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti umani. I ricorrenti sostengono che lo Stato non abbia preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato.
Le accuse all'Italia
L'accusa all'Italia era di aver violato l'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani, in cui è stabilito che "il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge". I ricorrenti chiedevano anche di condannare le autorità italiane per il mancato rispetto dell'articolo 10 della stessa Convenzione, quello che sancisce il diritto a essere correttamente informati. In quest'articolo, dedicato alla libertà d'espressione, è protetta anche la "libertà di ricevere o di comunicare informazioni".
I passi della Corte
La Corte, dopo aver analizzato i ricorsi arrivati a Strasburgo tra l'aprile del 2014 e lo stesso mese del 2015 e ritenendo almeno per ora ammissibile quanto in essi sostenuto, ha deciso di dare il via al contraddittorio tra le parti. Ha quindi comunicato al governo le violazioni che oltre 30 persone e 5 associazioni dicono di aver subito. La Corte ha chiesto all'esecutivo anche una serie di informazioni per poter poi decidere se i ricorsi sono effettivamente fondati e, in caso affermativo, quali violazioni siano state commesse. Tra l'altro, ha chiesto quali misure siano state adottate per identificare le zone inquinate e verificare il livello di inquinamento di aria, suolo e acqua ed esaminare il suo impatto sulla salute della popolazione. E ha richiesto informazioni sulle indagini condotte per individuare i responsabili dei reati ambientali e quali risultati abbiano portato. Spetta ora al governo fornire le prove per dimostrare che ha fatto tutto il necessario per proteggere i cittadini.
Le accuse dei ricorrenti
I ricorsi presentati nel 2014 alla Corte di Strasburgo da cittadini e associazioni della Terra dei fuochi sono stati oltre 3.500. I ricorrenti sostengono che, nonostante le autorità fossero a conoscenza dell'esistenza di un rischio reale e immediato per la vita delle persone (alcune decedute) - rischio causato dall'accumulo e dalla combustione di rifiuti tossici nelle discariche abusive -, non abbiano preso misure per ridurre il pericolo. Inoltre, imputano allo Stato di non aver introdotto leggi per perseguire efficacemente i responsabili dell'inquinamento e di non aver informato la popolazione sui rischi per la salute.