Il leader dell'opposizione è atterrato a Caracas: "Entriamo da cittadini liberi, che nessuno ci dica il contrario. Conosciamo i rischi, ma andiamo avanti". Gli Usa: "Non toccatelo o reagiremo"
Juan Guaidò, il leader dell'opposizione venezuelana, riconosciuto presidente ad interim da diversi Paesi occidentali, dopo l'annuncio, è tornato in Venezuela. Aveva lasciato il Paese dieci giorni fa per un tour nei Paesi dell'America Latina. "Entriamo in Venezuela da cittadini liberi, che nessuno ci dica il contrario". E' il messaggio postato su Twitter da Guaidò, appena rientrato all’aeroporto di Caracas, sfidando l’arresto minacciato dal presidente Nicolas Maduro. L'autoproclamato presidente ad interim ha sottolineato di essere "in attesa dell'abbraccio di questa marea di gente che ci dà ispirazione", riferendosi alle migliaia di persone che si sono radunate in piazza nella capitale e in altre città del Venezuela. "Il rientro sicuro di Juan Guaidò in Venezuela è della massima importanza per gli Usa. Qualsiasi minaccia, violenza o intimidazione contro di lui non sarà tollerata e avrà una risposta rapida”, ha twittato il vicepresidente Usa Mike Pence. "Il mondo sta guardando. Al presidente ad interim Guaidò deve essere consentito di ritornare in Venezuela in modo sicuro", ha aggiunto.
Le prime parole: “Metteremo fine a usurpazione Maduro”
Applaudito da una folla che ha scandito il suo nome insieme allo slogan "sì, se puede" (sì si può), sorridente e disteso, Juan Guaidò ha salutato i diplomatici presenti all'aeroporto di Caracas, e ha detto ai giornalisti presenti di sentirsi sicuro "che molto presto riusciremo a porre fine all'usurpazione", in riferimento al governo del presidente Nicolas Maduro. Negli stessi minuti ha twittato: "Sono già nella nostra terra amata, ci stiamo muovendo verso dove mi aspetta il nostro popolo”.
Guaidò: "Minacce non ci fermeranno"
Guaidò è uscito senza impedimenti dall'aeroporto di Caracas, è salito su una vettura ed è partito in direzione della piazza Alfredo Sadel, nella zona di Las Mercedes (est di Caracas). Lì lo aspettavano migliaia di persone. "Non saranno le minacce e le persecuzioni che ci fermeranno, siamo più forti che mai, e il nostro sguardo si volge verso il futuro", ha detto Guaidò, prendendo la parola nella piazza gremita.
Guaidò: “Conosco i rischi, ma vado avanti”
Guaidò rischia l'arresto ma non lo teme, come aveva già detto un mese fa a Sky tg24. Appena arrivato a Caracas, a una giornalista che gli chiedeva se non temeva essere arrestato, Guaidò ha risposto che "tutti conosciamo i rischi che esistono", ma ha aggiunto che "noi andiamo avanti, continuiamo in piazza, continuiamo mobilitati, mettendoci la faccia per la nostra gente", dopo "una tournée internazionale di grande successo, di riconoscimento a livello mondiale, a favore dell'assistenza umanitaria di cui ha bisogno il nostro popolo”.
La vice di Maduro: “Allo studio misure adeguate per Guaidò”
Il governo venezuelano non rimane a guardare e sta "analizzando il comportamento" di Guaidò per prendere le "misure adeguate" per il suo caso. Lo ha detto la vicepresidente Delcy Rodriguez, in visita a Mosca, in una intervista con Russia Today. Secondo Rodriguez, Guaidò è "una persona che si è autoproclamata presidente in una piazza pubblica, il che sembra veramente stravagante in Venezuela" e "ora sembra che vada avanti con la sua stravaganza, mettendo in ridicolo qualche altro paese, i cui governi sono meri satelliti degli Stati Uniti”. Guaidò viene definito dalla vice di Maduro “una persona che non si limita a rendersi ridicolo nel suo Paese, ma anzi ora si dedica al ridicolo internazionale”.