Venezuela, Guaidó annuncia il ritorno nel Paese e invita a nuove mobilitazioni

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L’autoproclamato presidente conclude in Ecuador il giro in Paesi sudamericani e per lunedì e martedì convoca manifestazioni contro Maduro. “Tutti i settori hanno iniziato a lavorare per uno scopo: elezioni libere”, dice. Aggiunge: “300mila a rischio di morire di fame”

Juan Guaidó, autoproclamato presidente del Venezuela, ha annunciato il ritorno anticipato in patria, dopo una settimana di impegni e incontri in vari Paesi sudamericani. “Annuncio il mio rientro nel Paese e la  convocazione di mobilitazioni in tutto il territorio nazionale per lunedì e martedì. Diffondete questo messaggio”, ha scritto su Twitter. Dalla prossima settimana, quindi, riprenderanno le proteste contro Nicolas Maduro.

Guaidó: “Lavorare per un unico scopo: elezioni libere”

Guaidó ha annunciato il suo “ritorno a casa” dall’Ecuador. “Nel Venezuela tutti i settori si sono uniti: la chiesa, i sindacati, le associazioni. Tutti i settori hanno iniziato a lavorare per raggiungere un semplice scopo: le elezioni libere”, ha detto il leader dell’opposizione. A Quito, ha spiegato di aver concluso il giro in Sudamerica “con l'obiettivo di raggiungere un periodo di prosperità e progresso per il Venezuela e ovviamente ottenere l'aiuto e la cooperazione dei governi fratelli”. Guaidó è stato anche in Colombia, Brasile, Paraguay e Argentina. Dopo l’Ecuador sarebbe dovuto andare in Perù. Nell'incontro con il presidente ecuadoriano Lenin Moreno, ha esaltato “la lotta che abbiamo intrapreso per salvaguardare i valori fondamentali della democrazia e lo stato di diritto e contro la corruzione”. Il presidente dell'Assemblea nazionale (An) venezuelana, riconosciuto come presidente ad interim da oltre 50 Nazioni, ha poi sottolineato che "è impossibile credere che nel Paese che dispone delle riserve più grandi di petrolio al mondo, i bambini siano costretti a cercare cibo nella spazzatura e i malati non possano avere medicine".

“300mila venezuelani sono a rischio di morire di fame”

Un tema su cui Guaidó è tornato anche in un’intervista al Fatto Quotidiano. “Attualmente circa 300mila venezuelani sono a rischio di morire di fame e oltre 3 milioni soffrono di condizioni gravissime di salute. Lo sforzo diplomatico internazionale in corso ha come scopo non solo il ritorno del Venezuela alla democrazia, ma mettere la parola fine alla tragedia che il popolo sta vivendo”, ha detto. E poi ha denunciato: “Ciò che è successo una settimana fa, con il blocco degli aiuti di emergenza alle frontiere del Paese, missione in cui erano coinvolti diversi Stati, è la dimostrazione di quanto all'attuale regime non interessi la vita del popolo venezuelano: un regime che è arrivato anche a uccidere indios che stavano trasportando aiuti”.

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