Il Papa all’Ail: "La Chiesa incoraggia sforzi della ricerca diretti alla cura dei malati"

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Lo ha detto questa mattina nel corso dell’udienza privata con l'Associazione italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma. Bergoglio ha rivolto un messaggio ai malati leucemici: “Non siete soli”. Poi ha tessuto le lodi del volontariato italiano: “Grandioso”

"La Chiesa elogia e incoraggia ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti". A dirlo è Papa Francesco, che questa mattina ha concesso un'udienza privata in Sala Nervi all'Ail, l'Associazione italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma, che quest’anno festeggia 50 anni. Citando un suo precedente intervento sulla medicina rigenerativa, il Pontefice ha sottolineato che la scienza "è un mezzo potente per comprendere meglio sia la natura che ci circonda sia la salute umana. La nostra conoscenza progredisce e con essa aumentano i mezzi e le tecnologie più raffinate che permettono non solo di guardare la struttura più intima degli organismi viventi, uomo incluso, ma addirittura di intervenire su di essi in modo così profondo e preciso da rendere possibile perfino la modifica del nostro stesso Dna". Francesco ha quindi apprezzato quanto fatto dall'Ail in questi decenni: "Le vostre principali linee di azione risultano essere molto efficaci quanto a ricerca scientifica, assistenza sanitaria e formazione del personale. In particolare, in questi tre ambiti assolvete i ruoli a cui è chiamato l'uomo stesso".

Il messaggio ai malati leucemici: "Non siete soli"

"Con la ricerca scientifica - ha osservato Bergoglio - indagate la dimensione biologica dell'uomo, per poterlo alleviare dalla malattia, con azioni volte alla prevenzione e con terapie sempre più efficaci". Con l'assistenza sanitaria "vi fate prossimi ai sofferenti, per accompagnarli nel tempo della sofferenza, perché nessuno si senta mai solo o abbia la sensazione di essere ormai uno 'scarto' rispetto al contesto sociale". Infine, ha aggiunto il Papa, "con la cura e formazione del personale qualificate la vostra azione per favorire una presa in carico globale della persona malata, affinché si realizzi quell'alleanza terapeutica necessaria al paziente e agli stessi operatori sanitari, chiamati a vivere ogni giorno coinvolti nell'esperienza della sofferenza". Nel suo intervento, ha rivolto un messaggio ai malati di leucemia. "A tutti i malati che vivono questa esperienza voglio assicurare che non sono soli: il Signore, che ha provato l'esperienza dura del dolore e della croce, è lì accanto a loro", ha detto, parlando tra l'altro della "straordinaria testimonianza di un volontariato generoso". Oltre ai cappellani e diaconi, il Papa ha ricordato quindi "il ruolo dei medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio" che "è sempre più determinante, non solo in termini di professionalità e formazione scientifica, ma anche in campo spirituale, dove sono chiamati alla cura delle persone nella loro totalità di corpo e spirito".

"Volontariato in Italia è grandioso"

Francesco ha tessuto le lodi del volontariato in Italia: "Io vorrei dirvi una cosa: una delle cose che più mi ha toccato quando sei anni fa sono arrivato a Roma è il volontariato italiano. Ma è grandioso, è grandioso!", ha evidenziato, parlando “a braccio”. "Voi avete tre cose, grandi, che implicano un'organizzazione fra voi - ha aggiunto -: il volontariato, che è molto importante; il cooperativismo, che è un'altra capacità che voi avete di fare cooperative per andare avanti; e gli oratori nelle parrocchie. Tre cose grandi. Grazie di questo". "Vicinanza, prossimità, come Maria ai piedi della croce", ha detto ancora.

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