Venezuela, Amnesty accusa Maduro: "Esecuzioni e arresti arbitrari"

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L’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani denuncia "uso eccessivo della forza in una escalation della sua politica di repressione". In gennaio, durante la protesta, 41 morti e oltre 900 fermi

Amnesty International accusa le forze di sicurezza venezuelane del presidente Nicolas Maduro di "esecuzioni extragiudiziarie, arresti arbitrari e uso eccessivo della forza in una escalation della sua politica di repressione" concentrata nelle "zone popolari" che si sono associate alle proteste dell'opposizione. In gennaio in soli 5 giorni di proteste - ricorda l'organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani - sono state uccise 41 persone e effettuati oltre 900 fermi. Nel Paese sudamericano, da quasi un mese, è in atto una crisi politica che vede di fronte Maduro e il leader dell’opposizione Juan Guaidó.

Amnesty: "Dal 2015, oltre 3 mln di persone in fuga"

“Le autorità sotto il comando di Nicolas Maduro - ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International - stanno cercando di usare la paura e la punizione per imporre una riprovevole strategia di controllo sociale contro coloro che chiedono il cambiamento. Il suo governo sta attaccando le persone più povere, quelle che sostiene di difendere e che invece uccide, arresta e minaccia”. Da anni, denuncia Amnesty, “il Venezuela sta attraversando una grave crisi con massicce violazioni dei diritti umani: la scarsità di cibo e di medicine, l’iper-inflazione, la violenza e la repressione politica hanno costretto dal 2015 oltre tre milioni di persone a fuggire dal Paese”.

L'allarme lanciato dall'Onu

Anche l’Onu, a fine gennaio, aveva lanciato un allarme sui numeri preoccupanti registrati nel Paese. Oltre agli almeno 40 morti, di cui 26 uccisi dalle forze di sicurezza o da gruppi armati di appoggio, l’Onu mise in risalto anche il dato sugli arrestati: 850 persone, tra cui 77 minori. Circa 700 arresti avvennero nella sola giornata del 23 gennaio, quando Guaidó si autoproclamò presidente ad interim.

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