Venezuela, governo nega ingresso a eurodeputati Ppe. Ue: no sostegno a escalation militare
MondoLa delegazione, che arrivava da Madrid, bloccata all'aeroporto di Caracas. Per il ministro degli Esteri venezuelano il gruppo aveva "fini cospirativi". Tajani: "Consiglio Ue prenda misure". Moavero: lo stop "non aiuta la soluzione". Ed è duello sugli aiuti umanitari
Il governo venezuelano ha negato l'ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati del Partito popolare europeo (Ppe) invitata dall'Assemblea nazionale guidata da Juan Guaidò. Il gruppo, bloccato ieri all’aeroporto di Maiquetía a Caracas, ha così dovuto fare rientro a Madrid, da dove terrà una conferenza stampa. Per il ministro degli Esteri venezuelano, gli eurodeputati volevano visitare il Paese per “fini cospirativi”. E ha aggiunto: “Non permetteremo che l'estrema destra europea disturbi la pace e la stabilità del Paese". A stretto giro la reazione del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "Spero che il Consiglio della Ue adotti misure di risposta in linea con questo nuovo oltraggio". Mentre il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, da Bruxelles avverte: la scelta di Caracas "di sicuro non aiuta la ricerca di una soluzione". Al termine del Cdm dell'Unione europea, sul caso Venezuela è intervenuta anche Federica Mogherini, alto rappresentante dell'Ue: "Abbiamo escluso categoricamente qualsiasi sostegno o comprensione per qualsiasi escalation militare in Venezuela o intorno al Paese. E abbiamo sottolineato che dobbiamo lavorare, come Ue, e con i partner nella regione, per evitare che gli aiuti umanitari siano usati per propositi diversi dagli aiuti umanitari".
Mogherini: "Rammarico, ma nessun disimpegno"
Mogherini ha espresso "rammarico" per l'alt alla delegazione degli eurodeputati, ma nega un disimpegno dell'Ue dal gruppo di contatto come richiesto dagli europarlamentari respinti a Caracas. "C'era consapevolezza - ha detto Mogherini che l'ingresso sarebbe stato negato. Alla riunione con i ministri degli Esteri Ue abbiamo discusso il caso, esprimendo rammarico. Ma abbiamo riaffermato quanto sia cruciale il lavoro del gruppo di contatto. E' l'unico strumento che possiamo usare per essere allo stesso tempo chiari sull'obiettivo, che sono le elezioni presidenziali democratiche, e in contatto con gli stakeholder rilevanti".
Gli europarlamentari bloccati
La delegazione, che arrivava da Madrid, era formata da Esteban González Pons, Gabriel Mato Adover, Esther de Lange, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra e Juan Salafranca. Come ha scritto il quotidiano El Nacional, all'arrivo gli eurodeputati hanno dovuto consegnare i loro passaporti e sono stati trasferiti in un ufficio del Servizio delle migrazioni venezuelano. Tutto l'accaduto è stato anche documentato su Twitter dal portavoce della delegazione, González Pons. I cinque membri del gruppo, dopo i controlli, sono poi stati imbarcati su un aereo diretto in Spagna.
Spagna: "No a escalation militare catastrofica"
E proprio dalla Spagna arriva un avvertimento sulla crisi nel Paese sudamericano: “La situazione in Venezuela non si può risolvere con un intervento militare straniero". A dirlo è stato il ministro degli Esteri Josep Borrell, "preoccupato" per le notizie in via di verifica "di un dispiegamento dell'esercito Usa alla frontiera tra Colombia e Venezuela". E insiste: la strada dell'Ue, "della pressione politica e del dialogo, per un cambiamento senza scontri che sarebbero catastrofici, è il cammino da seguire".
Guaidò: nate basi in dieci Stati per aiuti umanitari
Intanto l’autoproclamato presidente ad interim Guaidó ha reso noto che stanno nascendo nel Paese "basi umanitarie per rispondere alle necessità dei cittadini venezuelani più vulnerabili". "Attuando gli impegni presi con tutti i venezuelani - ha sottolineato in un messaggio su Twitter - stiamo moltiplicando, in diversi settori del Paese, le basi umanitarie per aiutare i più bisognosi". Queste basi, si è appreso, sono state costituite in almeno dieci dei 23 Stati venezuelani e saranno utilizzate per permettere ai cittadini di registrarsi come volontari per sostenere l'ingresso degli aiuti umanitari fissato per il 23 febbraio prossimo. Trump, nel discorso, dovrebbe anche chiedere a Maduro di farsi da parte.
Gli aiuti umanitari ammassati al confine
Proprio sugli aiuti umanitari si è scatenato un nuovo duello fra Maduro e Guaidò. Gli aerei americani continuano ad ammassare gli aiuti in Colombia, al confine con il Venezuela, secondo il New York Times. La principale destinazione è Cucuta, città di 750 mila abitanti travolti dalla massiccia emigrazione di venezuelani che da anni varcano la frontiera. E' qui che venerdì prossimo sono attese oltre 100 mila persone ad un concerto promosso da organizzatori stranieri contro il governo di Caracas. "L'esercito e le forze di sicurezza dovrebbero ascoltare il presidente Guaidò e consentire che gli aiuti umanitari entrino in Venezuela": è uno dei passaggi del discorso che Donald Trump terrà oggi a Miami davanti alla comunità venezuelana, secondo quanto anticipato dalla Casa Bianca.