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Chi è Christophe Chalencon, uno dei leader dei gilet gialli in Francia

Mondo

Fabbro 52enne, è stato tra i primi ad aderire alla protesta ed è così diventato un punto di riferimento per la formazione nella sua zona di residenza. Esponente dei gilet gialli “moderati”, ultimamente si è fatto conoscere per esternazioni sempre più dure

Christophe Chalencon è uno dei portavoce dei gilet gialli cosiddetti “liberi” (riconosciuti come più moderati), ma si è fatto conoscere dalla stampa francese per alcune sue esternazioni particolarmente radicali. Lui, insieme ad altri, è stato anche il referente del movimento che all’inizio di febbraio 2019 ha incontrato il vicepremier italiano Luigi Di Maio e l’esponente pentastellato Alessandro Di Battista. In più occasioni, Chalencon ha invocato un intervento militare per “risolvere” i problemi in Francia. L’ultima, in un fuorionda della trasmissione Piazza Pulita, in cui ha affermato di essere in contatto con “paramilitari pronti a intervenire perché anche loro vogliono far cadere il governo”. 

La sua leadership tra i gilet gialli

Fabbro di professione, 52 anni, Chalencon è stato tra i primi ad aderire alla protesta dei gilet gialli e a diventare un punto di riferimento nel dipartimento della Vaucluse, vicino ad Avignone, dove risiede. A inizio dicembre 2018, ha fatto parte di una delegazione ricevuta dal primo ministro Edouard Philippe a Palazzo Matignon. Prima di partecipare a questo incontro, Chalencon aveva dichiarato di "comprendere la collera" di quei gilet gialli che lo avevano minacciato di morte per l'apertura al dialogo. Con il passare delle settimane le posizioni di Chalencon sono diventate più dure, con diversi riferimenti al ruolo dei militari nel rovesciamento dello Stato. In un post pubblicato il 23 dicembre 2018 sul suo profilo Facebook, Chalencon ha sostenuto che "la guerra civile è inevitabile". Il 3 dicembre, ai microfoni della radio Europe 1 ha chiesto le dimissioni dell'esecutivo aggiungendo: "Vedrei bene il generale de Villiers (licenziato da Macron nel 2017, dopo aver contestato il presidente francese, ndr) a capo del governo". La stampa francese, inoltre, riporta di alcune sue esternazioni sui social tacciate di razzismo e islamofobia, nonché di contenuti e opinioni particolarmente vicine agli ambienti di estrema destra. Lui ha poi affermato di essere stato contattato sia da esponenti di estrema sinistra che destra, ma di non essersi mai schierato con nessuno. 

La politica

Il 5 gennaio  Chalencon figurava tra i partecipanti a una riunione nazionale di coordinamento tra i gilet gialli, tenutasi a Marsiglia. Durante l'incontro, che è avvenuto nel magazzino del quotidiano "La Provence", messo a disposizione del suo proprietario, Bernard Tapie, sono state gettate le basi per la lista per le elezioni europee. Una lista presentata pochi giorni dopo, con il nome di "Rassemblement d'Initiative Citoyenne - RIC" e guidata da Ingrid Levavasseur. Chalencon per ora non è candidato ma rimane impegnato nell'iniziativa, anche perché è tra i promotori della piattaforma di democrazia diretta "Noos". Attualmente il futuro della lista "RIC" resta incerto a causa delle defezioni di alcuni candidati, arrivate poche ore dopo la presentazione. La formazione politica deve anche fare i conti con la concorrenza di altre liste di gilet gialli, in lizza per le Europee, e non è vista di buon occhio dai "falchi", come Maxime Nicolle.

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