Secondo un indagine preliminare sui disordini, il leader dell'opposizione al governo Maduro è ritenuto responsabile delle proteste che “hanno comportato gravi danni alle famiglie”. Ma una magistrata lo riconosce come presidente del Paese
Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea nazionale, che la scorsa settimana si è autoproclamato presidente ad interim della Repubblica Venezuela, non può lasciare il Paese. Lo ha deciso il Procuratore generale Tarek William Saab cheha chiesto oggi, a seguito di un'indagine preliminare realizzata dal Pubblico ministero sui disordini avvenuti in Venezuela negli ultimi giorni, che si dispongano misure restrittive per Guaidò. Una decisione in merito dovrà comunque essere presa dal Tribunale supremo di Giustizia (Tsj). "Non è che sottovaluto la possibilità di finire in prigione, ma disgraziatamente non c'è nulla di nuovo sotto il sole: il regime non dà risposte ai venezuelani, l'unica risposta è la repressione e la persecuzione”, ha replicato Guaidò.
Pg: congelare anche i conti di Guaidò
Saab ha spiegato che l'indagine della magistratura ha individuato in Guaidò il leader delle proteste contro il governo di Nicolas Maduro che "hanno comportato gravi danni alle famiglie venezuelane". Fra le altre disposizioni di "restrizione cautelare" chieste dal Procuratore per il leader dell'opposizione, vi sono anche la proibizione per lui di alienare beni e il congelamento dei suoi conti.
Guaidò: “Noi rimaniamo qui per dare risposte alla gente”
Parlando con la stampa davanti alla sede dell'Assemblea Nazionale, Guaidò ha detto che "non si tratta né di una nuova minaccia contro di me, né di una nuova minaccia contro questo Parlamento". "Noi rimaniamo qui, nella sede della sovranità popolare, cercando di dare risposte alle aspettative della gente", ha aggiunto il presidente dell'Assemblea Nazionale.
Magistrata venezuelana riconosce Guaidò presidente
Ma in Venezuela è ancora diviso. Lo dimostra anche una decisione di tenore opposto che arriva da una magistrata di Yaracuy, nel nord del Paese. Il giudice ha riconosciuto oggi Guaidò come presidente legittimo del paese e ha denunciato che i tribunali sono strumentalizzati dal governo per reprimere gli oppositori del governo di Maduro, in particolar modo i minorenni. In un breve video diffuso sul web, Ediluh Guedez, giudice di un tribunale di primo grado per minorenni, ha raccontato che quattro giorni fa ha ricevuto il caso di 11 adolescenti accusati di partecipare a proteste di piazza in diverse parti dello stato. Dopo aver deciso la scarcerazione immediata dei minorenni, per mancanza di prove, Guedez afferma aver ricevuto minacce e forti pressioni da parte dei suoi superiori in magistratura e delle forze di sicurezza, per poi vedersi proibire l'ingresso nello stesso tribunale in cui lavora.
La magistrata: “Ristabilire Stato di diritto”
"E' imperativo ristabilire lo Stato di diritto e la giustizia nel paese e chiedo ai miei colleghi di non aver paura e di contribuire al recupero dell'autonomia della magistratura", ha detto il giudice, che ha riconosciuto esplicitamente l'autorità non solo di Guaidò ma anche del Tsj in esilio, i cui magistrati sono stati designati dal Parlamento. Secondo stime diffuse dalla Nazioni Unite, tra il 21 e il 26 gennaio in Venezuela sono state arrestate 850 persone nell'ambito delle proteste antigovernative, tra le quali 77 minorenni.