Regno Unito, pochi insegnanti nelle scuole: il governo stanzia sussidi in contanti

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L’esecutivo di Theresa May ha deciso di offrire ai giovani professori soldi extra per l’aggiornamento professionale e meno ore di lavoro. L’obiettivo è far fronte alla penuria di insegnanti nelle scuole britanniche, soprattutto per le materie scientifiche

Soldi extra per incoraggiare i giovani insegnanti a salire in cattedra o a non abbandonarla. È questa la ricetta annunciata oggi dal governo di Theresa May per far fronte ai numerosi buchi d'organico in molte scuole del Regno Unito. I sussidi extra previsti dall’esecutivo saranno destinati all’aggiornamento professionale e saranno versati in contanti agli insegnanti. 

Sussidi e borse di studio

La penuria di professori nelle scuole britanniche riguarda diverse materie (soprattutto scientifiche) e secondo i sindacati è dovuta alle pessime condizioni di lavoro e ai bassi stipendi, non adeguati al costo della vita locale. Il piano del governo May prevede che i giovani docenti degli istituti secondari possano ricevere un contributo aggiuntivo da 5.000 sterline (circa 5.700 euro) per l'aggiornamento professionale, oltre alle borse di studio attorno alle 20.000 sterline (circa 23.000 euro) riservate loro per il completamento della formazione nei primi anni d'insegnamento. Ai giovani maestri verrà inoltre riservato del tempo extra per la formazione e il piano prevede un equilibrio migliore tra vita lavorativa e tempo libero. 

Le critiche dell’opposizione

L'opposizione laburista britannica giudica tuttavia il piano governativo una “toppa”, non certo una soluzione efficacie. E nota come i tagli alle risorse, imposti dalle politiche Tory d'austerità, abbiano impedito per 6 anni di fila di raggiungere gli obiettivi minimi prefissati di reclutamento del personale docente.

Paghe basse e troppo lavoro

Secondo la Bbc, nel 2025 il numero di studenti nelle scuole secondarie inglesi salirà del 15%. La crisi degli insegnanti si protrae da diversi anni, con il numero di pensionamenti più alto rispetto agli ingressi. Nel 2018/19 il numero di persone che ha iniziato la formazione per diventare insegnante di scuola secondaria è stato del 17% in meno rispetto al target stabilito. Le materie più colpite sono fisica, chimica e informatica e questo ha portato, in molte scuole, all’insegnamento da parte di professori non specializzati. La paga è un problema molto sentito: il divario salariale rispetto ad altri settori è alto (fino a 23.000 sterline in meno, con le stesse qualifiche). Inoltre, molti giovani insegnanti hanno scelto di abbandonare la scuola perché stressati dall’eccessivo carico di lavoro (specialmente burocratico) e disillusi sulle possibilità future. Un terzo di quelli che hanno iniziato nel 2012 ha lasciato la cattedra entro i 5 anni successivi. 

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