Indice Democrazia 2018 dell'Economist, l’Italia scivola al 33º posto

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La mappa realizzata dall'Economist mostra i diversi livelli di democrazia registrati nei Paesi del mondo
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Nel 2018 perse 12 posizioni a causa della “disillusione” verso la politica. La classifica è basata su diversi criteri tra cui il livello di cultura politica e quello dei diritti civili di ogni Paese

L’Italia perde 12 posizioni nel Democracy Index, la classifica stilata ogni anno dal settimanale Economist che valuta il livello di democrazia nei Paesi del mondo. Secondo gli analisti il nostro Paese è sceso dal 21esimo al 33esimo posto in un anno, soffrendo nel 2018 gli effetti di una "disillusione" verso le istituzioni politiche che "ha alimentato un sostegno crescente a uomini forti che bypassano le istituzioni". Per questo motivo, il voto complessivo dato all'Italia è sceso da 7,98 a 7,71 punti.

In calo “cultura politica” e “diritti civili”

Meno fiducia nei partiti e nello stesso Parlamento hanno portato l’Italia verso un indice di democrazia inferiore, con diversi parametri indeboliti rispetto al 2017. Sono calati il livello di “cultura politica” (da 8,13 a 6,88 punti) e il parametro sui “diritti civili” (da 8,53 a 8,24 punti); invariato quello sul “pluralismo” (9,58) mentre è salito quello sulla “partecipazione politica” (da 7,22 a 7,78 punti). Fiona Mackie, autrice del rapporto, e Agnese Ortolani, analista per l'Ue e l'Italia, sostengono che "la disillusione italiana è culminata nella formazione di un governo 'anti-estabilishment', che include l'estrema destra anti-immigrazione della Lega". In particolare, le due analiste evidenziano l'utilizzo frequente da parte del ministro Matteo Salvini di una "retorica contro gli stranieri che è stata largamente criticata dalle associazioni per i diritti umani". Nel report si fa riferimento ad azioni "in contrasto con la Corte Europea dei Diritti Umani" e alla decisione dell’Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Michelle Bachelet, di inviare osservatori in Italia. "Tutto questo contribuisce al rischio di deterioramento delle libertà civili in Italia", si legge nel report. Nel documento si parla inoltre del decreto Sicurezza che, secondo gli analisti, "potrebbe far cessare lo stato di protezione umanitaria per circa 100mila migranti".

La classifica generale e quella europea

In testa alla classifica dell’Economist c’è la Norvegia, con 9,87 punti. Seguono l'Islanda (9,58) e la Svezia (9,39) mentre la Nuova Zelanda (9,26) strappa la quarta posizione alla Danimarca (9,22), che diventa quinta. Si conferma sesto il Canada (9,15), a pari merito con l'Irlanda (9,15), seguita da Finlandia (9,14) e Australia (9,09). Gli Usa (7,96) sono venticinquesimi e la Corea del Nord ultima (167esima a 1,08 punti). Se si considera solo la zona dell’Europa Occidentale, l'Italia scende dal 15esimo al 18esimo posto, superata da Malta (13esima), Spagna (14esima), Portogallo (15esimo) Francia (16esima) e Belgio (17esimo). Tra questi Paesi, l’Economist fa una distinzione: in quelli fino alla Spagna, la democrazia si considera “compiuta”, dal Portogallo alla Grecia (20esima) è “imperfetta”, mentre per la Turchia, fanalino di coda in Europa, si parla di un “regime ibrido”.

Criteri e metodologia dell’indagine

Il report, redatto dall’Economist Intelligence Unit, si basa su una valutazione di 60 indicatori, raggruppati in cinque categorie: processi elettorali e pluralismo, libertà civili, funzionamento del governo, partecipazione politica e cultura politica. Per ciascuno dei 60 quesiti, gli esperti assegnano una valutazione di 1 (corrispondente alla risposta “sì”) o 0 (“no”), oppure, in alcuni casi è ammesso anche lo 0,5 (per risposte non nette). Oltre alla valutazione degli esperti, si tengono in considerazione sondaggi nazionali o regionali certificati e parametri come la partecipazione elettorale. Ogni macro categoria, alla fine, riceve un punteggio da zero a dieci e in base alla media dei voti ottenuta si stila la classifica. I risultati dell’indice vengono poi utilizzati per posizionare i Paesi in uno dei 4 tipi di regime democratico: “democrazia piena” (punteggio superiore a 8), “democrazia imperfetta” (tra 6 e 8), “regime ibrido” (tra 4 e 6) e “regime autoritario” (4 punti o inferiore).

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