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Gilet gialli in piazza, scontri e feriti a Parigi. Sfondato il portone di un ministero

Mondo
Foto Ansa

Nell'ottavo sabato di protesta 50mila manifestanti in tutta la Francia. Gli agenti bloccano un corteo che tentava di avvicinarsi al Parlamento. Sfondati con una scavatrice gli uffici del portavoce del governo, ristorante a fuoco. Macron: "Violenza contro la Repubblica"

Ancora scontri a Parigi e in altre città francesi tra la polizia e i Gilet gialli, nell'ottavo sabato di mobilitazione dei manifestanti. Nella capitale la protesta è culminata con lo sfondamento con una ruspa della porta del ministero per i Rapporti con il Parlamento, a causa della quale è stato evacuato il portavoce del governo Benjamin Griveaux insieme ai suoi collaboratori. Il bilancio alla fine della giornata è di alcuni feriti lievi sia tra i manifestanti che tra le forze dell'ordine. Alcuni sono rimasti feriti davanti al Museo D'Orsay, dove si è fermata la manifestazione. Molti visitatori sono rimasti bloccati per diversi minuti e sono stati fatti uscire successivamente da una porta laterale. Durante le proteste è stato anche dato fuoco a un ristorante galleggiante sulla Senna, che i vigili del fuoco sono riusciti a domare con diversi camion. Secondo i manifestanti, i feriti sono stati colpiti dalla polizia con i cosiddetti "flash ball", proiettili non letali. Un agente della Gendarmerie è stato colpito da una bicicletta lanciata dall'alto ed è stato soccorso dai colleghi. A scendere in piazza nelle città e nei crocevia delle strade di tutta la Francia sono stati oggi 50mila gilet gialli, come ha ammesso in serata in tv il ministero dell'Interno, Christophe Castaner, correggendo al rialzo le cifre fornite in giornata. Nella sola Parigi i manifestanti sono stati 3.500. Nel corso della giornata altri scontri sono avvenuti a Tolosa, a Marsiglia, e a Beauvais (a Nord di Parigi).

Macron: estrema violenza contro la Repubblica

Immediata la replica di Emmanuel Macron: "Ancora una volta - ha twittato - un'estrema violenza ha attaccato la repubblica, i suoi guardiani, i suoi rappresentanti, i suoi simboli. Chi compie queste azioni dimentica il nocciolo del nostro patto civico. Giustizia sarà fatta".

I manifestanti puntavano al Parlamento

Nel mirino della protesta di questo sabato l'Assemblea nazionale: i gendarmi hanno respinto l'assalto condotto dai ponti sulla Senna, in particolare sulla passerella che unisce le due rive del fiume all'altezza delle Tuileries. I manifestanti si sono spostati poi sul vicino boulevard Saint-Germain, bruciando la bandiera della sede della rappresentanza Ue e avviando la solita guerriglia con le forze dell'ordine: auto in fiamme, lancio di oggetti, bastoni e molotov, motorini in noleggio co-sharing bruciati. Da parte della polizia, lacrimogeni, cariche e 25 fermati. In un video che ha fatto il giro del web si vede uno dei manifestanti - vestito interamente di nero e senza gilet giallo - prendere a pugni un gendarme protetto da casco e scudo, poi prenderne violentemente a calci un altro che era a terra. 

Evacuato dai suoi uffici il portavoce del governo

L'episodio più clamoroso è avvenuto intorno alle 16:30, quando una quindicina di persone vestite di nero, alcuni con il gilet giallo, si sono impadroniti di una ruspa da cantiere usandola come ariete contro il portone del ministero per i Rapporti con il Parlamento: il portavoce dell'esecutivo Griveaux, che nelle ultime settimane ha assunto posizioni nette e dure nei confronti delle derive del movimento, è stato evacuato in fretta e furia dalle forze di sicurezza. "Intollerabile", è stato il suo commento.

Incendiato un ristorante galleggiante sulla Senna

Nel corso della giornata tutti i luoghi d'attrazione turistica, come il Louvre, l'Ile de la Citè o il Museo d'Orsay sono stati presidiati dalle forze di sicurezza. Un incendio ha devastato un "restaurant peniche", un ristorante galleggiante sulle rive della Senna, e sono serviti diversi camion dei vigili del fuoco per spegnere le fiamme. In città gli agenti hanno anche usato i lacrimogeni per bloccare il corteo che tentava di passare sul ponte "Leopold Sedar Senghor" per avvicinarsi all'Assemblea nazionale. La situazione continua ad essere tesa questa sera nel settimo arrondissement, a boulevard Saint-Germain, dove gruppi di manifestanti che hanno rifiutato di disperdersi hanno incendiato diverse auto oltre a numerosi scooter parcheggiati e disponibili al noleggio in sharing.

Manifestazioni anche in altre città francesi

Ma le proteste si sono estese dalla capitale anche al resto del Paese: secondo i media locali, lacrimogeni sono stati utilizzati a Beauvais, a Nord di Parigi, per impedire al corteo di raggiungere il centro della città, e a Montpellier, per disperdere le manifestazioni. Mentre a Saint Malo la polizia ha fatto sgomberare i dimostranti che impedivano l'accesso al porto, fermando due persone. Tensioni anche a Caen (Normandia) e a Le Mans. Si sono poi registrati blocchi stradali o ferroviari ad Avignone, Marsiglia, Sedan (Ardenne) e in altre località.

Ottavo sabato di proteste

I Gilet gialli sono scesi in piazza per quello che chiamano l'"atto VIII", ovvero l'ottavo sabato di manifestazioni. Soltanto sugli Champs Elysees si sono radunate tra le 500 e le 600 persone, accanto all'Arco di Trionfo. "Manifesteremo qui tutti i sabati, continueremo per tutto il 2019", ha detto una delle manifestanti di questo gruppo. Altre persone presenti alla protesta hanno chiesto le "dimissioni di Emmanuel Macron", accendendo fumogeni e bloccando il traffico. La protesta principale era programmata alle 14 di oggi, 5 gennaio, al municipio di Parigi. Qui i Gilet gialli hanno letto la loro "risposta" alle promesse del presidente Macron, e si sono poi diretti verso l'Assemblea Nazionale. 

Gilet gialli anche in Belgio

Non solo Francia, un corteo di poche decine di gilet gialli si è radunato anche a Bruxelles. Lo ha reso noto la portavoce della polizia di Bruxelles-Ixelles, Ilse Van de keere, precisando che la manifestazione, a Rue Belliard a ridosso del centro storico, si è svolta tranquillamente. Come riporta la stampa belga, piccoli cortei sono stati organizzati anche in altre città del Belgio a Namur, Charleroi, Louvain, Anversa e Hasselt.

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