Dopo lo tsunami che ha colpito lo stretto della Sonda provocando centinaia di morti e migliaia di feriti, la terra continua a tremare. Per l’attività del vulcano Anak Krakatoa l’allerta nel Paese è stata innalzata da 2 a 3
La terra continua a tremare in Indonesia. Dopo il devastante tsunami che ha colpito il Paese lo scorso 22 dicembre, una scossa di terremoto di magnitudo 5.8 è stata registrata questa mattina (poco dopo le 4:00 in Italia). Al momento non si hanno notizie di vittime o danni. Tra i precedenti più gravi, il sisma e il successivo tsunami che hanno investito l'isola di Sulawesi lo scorso 28 settembre, provocando quasi duemila morti.
Si temono altre eruzioni e tsunami
Secondo quanto riporta l'Istituto geologico americano (Usgs), l'epicentro del sisma di questa mattina è stato rilevato a 70 km a sud di Manokwari, città indonesiana sulla costa nord-occidentale della grande isola di Nuova Guinea. L'ipocentro si trova invece a 55,5 km di profondità. Ieri l'agenzia per la gestione dei disastri ha alzato il livello di allerta nel Paese da 2 a 3 (un gradino sotto il massimo), per l’attività dell’Anak Krakatoa. La zona di sicurezza vietata a residenti e turisti intorno al vulcano è stata estesa a un raggio di 5 chilometri e tutti i voli in transito intorno al vulcano sono stati deviati su altre rotte.
Il bilancio dello tsunami
Per lo tsunami che ha colpito il Paese, l’ultimo bilancio dell’agenzia per le emergenze parla di 426 vittime accertate (rispetto alle 430 precedentemente annunciate). Rivisti anche gli altri dati: sono oltre 7mila i feriti (e non, come detto in precedenza, 1500), circa 40mila gli sfollati (inizialmente calcolati in 16mila) e due dozzine di persone ancora disperse.