George Soros è la persona dell’anno 2018 per il Financial Times

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George Soros (Getty Images)

Il finanziere e filantropo è descritto come il "padre dell'industria dei fondi speculativi", ma anche come il "portabandiera della democrazia liberale". Ebreo, 88 anni e di origini ungheresi, è stato più volte criticato da vari leader, tra cui Trump

Il miliardario George Soros, 88 anni, è la "personalità dell'anno 2018" per il Financial Times. Il giornale ha definito il finanziere e filantropo come il "padre dell'industria dei fondi speculativi", ma anche come il "portabandiera della democrazia liberale e di una società aperta", che "utilizza la filantropia per combattere l'autoritarismo, il razzismo e l'intolleranza".

Soros, una vita tra finanza e filantropia

Originario dell'Ungheria, ebreo, Soros è riuscito a sfuggire alla deportazione e alla morte nei campi di sterminio nazisti rimanendo nascosto in campagna. Fuggito in America a 26 anni nel 1956, quando l'Ungheria era sotto il tallone comunista, per oltre tre decenni ha combattuto contro l'autoritarismo, il razzismo e l'intolleranza. "Attraverso il suo lungo impegno in favore dell'apertura, della libertà di stampa e dei diritti umani, si è attirato prima l'ira dei regimi autoritari e poi anche dei populisti nazionalisti che continuano a guadagnare terreno, in particolare in Europa", scrive il Financial Times. Il primo impegno filantropico di Soros risale al 1984, quando finanziò borse di studio all'estero per studenti neri in Sudafrica in funzione anti-apartheid e quelle per gli studenti in Europa orientale, a cominciare dalla sua Ungheria, dove stabilì la prima delle Open Society Foundation. Fondazione che, ricorda il Financial Times, finanziò anche il giovane studente Orban, diventato poi negli anni uno dei principali critici del filantropo.

Gli attacchi di Orban e Trump

Ma Soros è anche impegnato nel mondo della finanza, dove è diventato una celebrità per il suo attacco speculativo contro la sterlina, nel 1992. E presto si è trasformato nel bersaglio dei nazionalisti e dei complottisti che lo accusano di sostenere l'immigrazione illegale, attraverso le sue azioni umanitarie. In Europa, la sua fondazione è stata costretta lo scorso agosto a trasferire la sua sede da Budapest a Berlino, dopo l'adozione da parte del governo di Viktor Orban di una serie di leggi denominate "Stop Soros". Anche Donald Trump lo ha accusato di finanziare i democratici e di appoggiare le manifestazioni negli Usa contro la sua legge anti-immigrazione. "Mi si accusa di tutto, anche di essere l'Anticristo", dice Soros al Ft: "Mi piacerebbe non avere così tanti nemici, ma lo prendo come un segnale che forse sto facendo qualcosa di giusto".

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