Ungheria, organizzazioni pro-migranti nel mirino del governo Orban
MondoL'iniziativa dell'esecutivo, che ha presentato un disegno di legge in Parlamento, è stata battezzata "Stop Soros!", dal nome del finanziere filantropo statunitense. Fra le misure annunciate c'è anche un'imposta del 25% sui finanziamenti ricevuti dall'estero dalle ong
Mossa elettorale
Fra le misure annunciate nel pacchetto c'è un'imposta del 25% sui finanziamenti ricevuti dall'estero dalle ong e altre sanzioni, fra cui il veto che colpisce quelle ritenute "agenti stranieri". Si tratta di temi che fanno parte della campagna elettorale del Fidesz, il partito di Orban che, dichiarando "nemico pubblico" il miliardario, ha puntato a infiammare l'opinione pubblica ungherese contro i migranti e contro Soros in vista delle elezioni del 4 aprile.
Ong nel mirino
Nel disegno di legge si afferma che le ong che organizzano o sostengono l'ingresso o il soggiorno di cittadini di Paesi terzi sul territorio ungherese si qualificano come organizzazioni a sostegno della migrazione. Tale attività - compresa la campagna, la difesa, il reclutamento di volontari, la produzione di opuscoli informativi - dovrebbe essere approvata dal ministro dell'Interno, che potrebbe negare il permesso se vedesse un rischio per la sicurezza nazionale. Inoltre, gli attivisti che organizzano o sostengono i migranti, si legge ancora nel testo, potrebbero anche affrontare ordini restrittivi da parte della magistratura per impedire loro di avvicinarsi alle frontiere esterne dell'Ue in Ungheria.
La campagna contro Soros
Il disegno di legge arriva dopo varie schermaglie tra il governo Orban e Soros. L’esecutivo ha infatti spesso accusato il miliardario di finanziare l’immigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Accuse sempre respinte al mittente dallo stesso Soros che, invece, ritiene che quella di Orban non sia altro che una mossa per creare un falso nemico esterno.