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Parigi, guerriglia gilet gialli: fermi e feriti. Macron: "Non accetterò mai la violenza"

Mondo
Getty

Nuovi scontri tra facinorosi e polizia nella capitale francese, dove migliaia di persone hanno protestato intorno agli Champs Elysee. Incendiate diverse auto e un palazzo. Sono 110 i feriti e più di 200 i fermati. Alle fiamme anche una prefettura dell'Alta-Loira

Scontri, auto in fiamme, fermi e feriti nel giorno della terza protesta dei gilet gialli in Francia, contro il caro carburante (CHI SONO). Gli scontri a Parigi sono iniziati in mattinata, intorno agli Champs Elysees, per poi dilagare in altri quartieri della città. Nelle strade intorno all'Arco di Trionfo le auto sono state incendiate e rovesciate. Un palazzo è stato dato alle fiamme da un gruppo di "casseur" che l'ha preso d'assalto. Incendi anche a rue de Rivoli e sui Grands Boulevards, dove sono state distrutte agenzie bancarie e saccheggiati negozi. Evacuati i grandi magazzini su boulevard Haussmann. Intanto l'ultimo bilancio della prefettura parigina parla di 110 feriti (14 tra le forze dell'ordine) e più di 200 fermati. In tutta la Francia i manifestanti sono stati sono stati 75.000, di cui 5.500 a Parigi. Da Buenos Aires, dove è impegnato per il G20, il presidente francese Macron intanto ha fatto sapere che non accetterà mai la violenza: "Quello che è avventuo oggi non ha nulla a che vedere con l'espressione pacifica di una legittima rabbia", ha detto.

Macron: "Vogliono il caos"

"Nessuna causa giustifica" quanto è successo, ha aggiunto il presidente sottolineando che i colpevoli "vogliono il caos. Tradiscono le cause che affermano di voler servire. Saranno identificati e considerati responsabili delle loro azioni davanti alla giustizia". Macron ha aggiunto che già domani mattina, al suo ritorno a Parigi, avrà una riunione con il primo ministro, il ministro dell'Interno ed altri responsabili del governo. 

Manifestanti spaccati in due

Nel corso delle proteste, i manifestanti intorno agli Champs Elysees si sono spaccati in due. Da una parte qualche centinaia di persone - circa 200 secondo il ministero degli Interni - che hanno accettato di farsi perquisire alle barriere dalle forze dell'ordine per manifestare in modo pacifico e rumoroso (gridando slogan contro il caro carburante, le tasse e il presidente Emmanuel Macron). All'esterno, per lo più sulla piazza dell'Arco di Trionfo, invece, un altro gruppo che non ha accettato di essere perquisito e che ha dato vita a scontri con la polizia, cercando di forzare i blocchi. Per la prefettura, "i 1.500 rimasti fuori dalla zona di sicurezza sono arrivati con il chiaro intento di scontrarsi" con gli agenti. Mentre il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha espresso la sua "indignazione" e la sua "grande tristezza" per le violenze.

I tafferugli a Parigi

I primi fumogeni contro il cordone di polizia sono partiti alle 8.45 dal gruppo di alcune centinaia di gilet gialli. L'uomo che li ha lanciati è stato messo a terra dagli agenti e subito fermato. L'episodio ha dato il via ai primi tafferugli. Gruppi di gilet gialli sono fuggiti nella direzione opposta, verso l'Arco di Trionfo, con il volto coperto per proteggersi dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. Altri manifestanti hanno iniziato a lanciare fumogeni verso l'Etoile, la piazza che è l'ultima zona aperta alla circolazione prima del blocco sugli Champs Elyeees. Gli scontri sono proseguiti per tutta la giornata e solo verso sera la polizia è riuscita gradualmente a prendere il controllo di Parigi che però, in alcuni quartieri, appare devastata dalle violenze.

Manifestazioni anche in altre città. Prefettura a fuoco nell'Alta-Loira

Oltre che a Parigi, diversi manifestanti sono stati segnalati in vari punti del Paese, soprattutto sulle autostrade. Come nelle altre occasioni, numerosi i blocchi a Nord e a Sud. Nell'Alta Loira, a Puy-en-Velay, è stata data alle fiamme anche una prefettura, ma l'incendio è stato "circoscritto". I manifestanti hanno "lanciato proiettili infiammabili di tipo molotov" che hanno scatenato le fiamme nella prefettura e in altri uffici amministrativi vicini, ha spiegato un portavoce.

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