La musica reggae è patrimonio dell'umanità, per l'Unesco merita "protezione e promozione"

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Un murales dedicato all'icona del reggae Bob Marley, a Kingston, in Giamaica (archivio Getty Images)

Il genere nato in Giamaica, reso celebre da Bob Marley, nella lista dl patrimonio immateriale dell’agenzia culturale e scientifica dell’Onu: "Era la voce degli emarginati di Kingston, ora è trasversale"

La musica reggae diventa patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Sonorità e ritmi cadenzati e rilassanti, che hanno riscosso fama internazionale grazie ad artisti come Bob Marley e Dennis Brown, hanno ora un posto riservato fra i tesori culturali globali delle Nazioni unite.

Il reggae, i dreadlocks e Bob Marley

L'agenzia culturale e scientifica dell'Onu, annunciandolo anche con un tweet, ha aggiunto il genere musicale nato in Giamaica negli anni '60 al “patrimonio culturale immateriale" ritenuto meritevole di protezione e promozione. Nella cultura popolare al reggae sono state associate le acconciature "dreadlocks", le ciocche di capelli annodate a treccine tipiche di Bob Marley e anche il consumo della marijuana.

La scheda dell'Unesco

Sul sito dell'Unesco è già comparsa la scheda sul "reggae music of Jamaica". "Nata in uno spazio culturale che ospitava gruppi emarginati, principalmente nella Kingston occidentale - si legge nella descrizione - la musica reggae della Giamaica è un amalgama di numerose influenze musicali, incluse le prime forme giamaicane, nonché i ceppi caraibici, nordamericani e latini. Col tempo, gli stili neo-africani, l'anima, il ritmo e il blues del Nord America furono incorporati nell'elemento, trasformando gradualmente lo ska in rock steady e poi in reggae. Mentre nel suo stato embrionale la musica reggae era la voce degli emarginati, la musica è ora riprodotta e abbracciata da un'ampia sezione trasversale della società, compresi vari generi, gruppi etnici e religiosi".

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