Fayez al-Sarraj, Khalifa Haftar, Khaled al Meshri e Aguila Saleh sono le personalità al centro dello scenario politico libico. Nel summit siciliano del 12 e 13 novembre, occhi puntati sul Paese nordafricano, teatro di divisioni politiche da diversi anni
Fayez al-Sarraj, Khalifa Haftar, Khaled al Meshri e Aguila Saleh sono i quattro protagonisti della scena politica libica al centro della conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre. La stabilizzazione del Paese e la fine delle violenze sono gli obiettivi che l’Italia intende portare avanti nel summit internazionale, a cui prenderanno parte diversi leader internazionali. Incerta, al momento, la partecipazione del generale Haftar.
Fayez al-Sarraj
È il presidente del Consiglio presidenziale libico e primo ministro del governo di accordo nazionale, l’unico riconosciuto dalle Nazioni Unite in base all'accordo di pace firmato a Skhirat (Marocco) il 17 dicembre 2015. Sarraj nasce a Tripoli nel 1960 da una famiglia benestante proprietaria di attività commerciali e terre. Suo padre, Mostafa, è stato ministro negli anni della monarchia sotto re Idris. Nel 1982 Sarraj si laurea in architettura e diventa poi membro di diverse commissioni specializzate nella progettazione di opere pubbliche. Durante gli anni del regime di Muammar Gheddafi lavora al ministero dell'Edilizia, lo stesso ministero di cui diventa poi titolare nel 2014. Nel 2015, per superare la divisione tra due governi rivali insediati a Tripoli e Tobruk, Sarraj viene indicato dall’Onu come nuovo primo ministro di un governo di unità nazionale. La sua nomina viene ufficializzata in Marocco, il 17 dicembre, con la firma di diversi parlamentari ma l’opposizione dei due presidenti Aguila Saleh Issa e Nuri Busahmein. Sarraj viene quindi posto a capo del Consiglio presidenziale e assume le funzioni di Capo di Stato. All’inizio del 2016 Sarraj annuncia la formazione del nuovo Governo di Accordo Nazionale. Successivamente sopravvive a due tentativi di omicidio. Inizialmente con base a Tunisi, il nuovo esecutivo arriva a Tripoli via mare nel marzo 2016 e si installa in una base navale. Il capo dell'allora governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, Khalifa Gwell, definisce "illegale il suo ingresso", lanciando un appello alle milizie perché si schierino "contro questo gruppo di intrusi". Nel corso dell’anno successivo, Sarraj incontra più volte Haftar per cercare un accordo sul futuro del Paese e sulla data di nuove elezioni. Al momento, nonostante la legittimità internazionale, il primo ministro libico è molto debole sul terreno, come dimostrato dagli scontri avvenuti ad agosto e settembre a Tripoli tra le varie milizie, di cui non ha il pieno controllo.
Khalifa Haftar
Nato in Cirenaica (la regione orientale della Libia) 75 anni fa, il generale Khalifa Haftar è a capo dell'Esercito nazionale libico ed è l’uomo forte del governo di Tobruk, il grande nemico del governo di accordo nazionale. Fino al 1987, serve come capo di Stato maggiore dell'esercito del regime di Muammar Gheddafi, impegnato nella guerra contro il Ciad. In quell’anno, viene fatto prigioniero e scaricato da Gheddafi che teme il suo ritorno da eroe. In prigionia, il generale forma un contingente di circa duemila prigionieri, equipaggiati dagli Stati Uniti, col compito di rovesciare il regime libico. Viene rilasciato nel 1990 e si trasferisce negli Usa, dove trascorre quasi 20 anni ottenendo anche la cittadinanza americana. Nel 1993 viene condannato in Libia, in contumacia, alla pena capitale. In patria torna solo nel 2011, per sostenere la rivolta contro il regime di Gheddafi. Sostenuto dal presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi, Haftar nel 2015 viene nominato ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore dal governo di Tobruk. Il suo obiettivo principale sono i miliziani islamisti. Per combatterli, fonda L’Esercito nazionale libico, organizzazione militare con sede a Bengasi, nella zona est del Paese sotto il suo controllo. Ha il sostegno della Russia, dell’Egitto e dell’Arabia Saudita e il suo obiettivo è prendere il controllo di tutta la Libia, nonostante i tentativi di mediazione della comunità internazionale, che vorrebbe si sottomettesse al governo di Tripoli.
Khaled al-Meshri
Dallo scorso aprile, Khaled al-Meshri è a capo dell'Alto consiglio di Stato libico, organo legislativo del Paese nato dall’accordo del 2015. A 51 anni, con un background economico e finanziario, al-Meshri è espressione della Fratellanza musulmana e acerrimo nemico di Haftar, che lo considera alla stregua di un terrorista.
Aguila Saleh
Dall’altra parte del Paese, Aguila Saleh, è dal 5 agosto del 2014 presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, in Cirenaica. Il 20 febbraio del 2015, la sua residenza è obiettivo di un attentato dell'Isis nella città di al Qubbah. I terroristi colpiscono anche una stazione di servizio e una stazione di polizia, provocando in totale una quarantina di morti. Lo Stato islamico sostiene poi di aver condotto l'attacco in rappresaglia all'intervento egiziano in Libia. Il Cairo infatti aveva condotto una serie di raid all'indomani della decapitazione di 21 copti egiziani ostaggio dell'organizzazione terroristica.