Secondo il Wall Street Journal, i dipendenti del colosso americano avrebbero discusso nuovi modi per indirizzare gli utenti verso organizzazioni pro-immigrazione dopo il provvedimento del presidente Trump del 2017. Società: "Scambio di idee, nessuna implementata"
I dipendenti di Google avrebbero discusso nuovi modi per modificare i risultati di ricerca degli utenti americani affinché venissero reindirizzati verso organizzazioni pro-immigrazione in seguito al Travel ban, il provvedimento di Donald Trump contro gli arrivi negli Stati Uniti da alcuni Paesi musulmani. A rivelarlo è il Wall Street Journal che avrebbe ottenuto alcune e-mail interne a Google.
Contrastare i risultati "islamofobici"
Secondo quanto riporta il quotidiano newyorkese, l’obiettivo di Google nel gennaio del 2017 era quello di contrastare ciò che era considerato come "risultato islamofobico", ovvero indirizzare gli utenti che avevano cliccato termini di ricerca come "Islam", "musulmani" o "Iran". Allo stesso modo, avrebbero pensato di manipolare i risultati ritenuti potenzialmente pregiudizievoli come "Messico", "latino" o "ispanico".
La difesa di Google: "Mai manipolato le ricerche"
"È stato solo uno scambio di idee, nessuna è stata implementata. Google non ha mai manipolato i suoi risultati di ricerca o modificato nessuno dei suoi prodotti per promuovere una particolare ideologia politica - non nella stagione corrente della campagna, non durante le elezioni del 2016, e non all'indomani dell'ordine esecutivo dell'immigrazione del presidente Trump", si è difesa la società, anche attraverso una dichiarazione pubblicata da Usa Today.