Usa, accusata di omicidio l'autrice di “Come uccidere tuo marito”

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Nancy Crampton-Brophy avrebbe sparato al marito lo scorso 2 giugno (archivio Getty Images)
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Nancy Crampton-Brophy avrebbe sparato al consorte lo scorso 2 giugno. E dalle sue opere emergono riferimenti a un possibile delitto

Nancy Crampton-Brophy, una scrittrice di 68 anni, è in carcere accusata di omicidio per aver sparato, lo scorso 2 giugno, al marito Daniel nell'Oregon Culinary Institute. E adesso dal suo passato emerge un particolare che potrebbe dare una diversa prospettiva al caso: nel 2011 aveva infatti realizzato un saggio intitolato “How to Murder Your Husband”, cioè “Come uccidere tuo marito”.

“Il marito sbagliato”

Il giorno dopo l'omicidio, Crampton-Brophy aveva avvisato gli amici su Facebook: “Ho una cattiva notizia. Mio marito e migliore amico, lo chef Dan Brophy, è stato ucciso ieri. Sto cercando di dare un senso a tutto adesso”. Dopo due mesi di indagini, in cella ci è finita proprio lei, e sono emerse anche alcune rivelazioni sul suo passato. Ad esempio, un'altra delle sue opere, pubblicata nel 2015, si chiama “The wrong husband” (“Il marito sbagliato”) e racconta di una donna che scappa dal consorte violento durante un naufragio nel Mediterraneo. Ancor più inquietante, però, è il saggio del 2011, pubblicato online su un sito, “See Jane Publish”, il cui accesso era riservato e dal quale il contenuto è adesso sparito.

Il saggio del 2011

Il saggio “Come uccidere tuo marito” sembra una riflessione, lunga circa 700 parole, su un possibile delitto. “Come autrice che punta sulla suspense, passo molto tempo a pensare all'omicidio e, di conseguenza, alle mosse di polizia”, scrive Crampton-Brophy. Ma il testo sembra andare oltre le speculazioni artistiche. “L'omicidio dovrebbe liberarmi, ma di certo non voglio passare del tempo in prigione”. L'autrice, la quale sostiene che “l'omicidio è dentro ognuno di noi” fornisce anche una lista di possibili armi del delitto, dal veleno al coltello; nella realtà avrebbe invece usato una pistola. Nonostante tutto, nel saggio non sembra voler passare alle vie di fatto: “Trovo più facile augurare alle persone la morte che ucciderle davvero. Non voglio preoccuparmi di sangue e cervello schizzati sulle mie pareti e, in realtà, non sono brava a dire le bugie”.

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