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Brasile, elezioni presidenziali 2018: quello che c'è da sapere

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Il 7 ottobre i brasiliani saranno chiamati al voto per le elezioni presidenziali (foto: archivio Getty Images)

Il prossimo ottobre i brasiliani saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo presidente. Ecco chi sono i candidati e come funziona il sistema elettorale

Il prossimo 7 ottobre il Brasile sarà chiamato al voto per le elezioni presidenziali in un clima di grande incertezza. Tra la bocciatura da parte del tribunale della candidatura dell'ex presidente Lula e l'accoltellamento del candidato di destra Jair Bolsonaro, ecco come funziona il sistema elettorale brasiliano e chi correrà per la presidenza.

Il sistema elettorale

Il presidente e il vice-presidente brasiliani vengono eletti attraverso un sistema a doppio turno. I cittadini possono presentare la loro candidatura e partecipare alle elezioni generali che si tengono, solitamente, nella prima domenica di ottobre. Quest'anno si terranno il 7. Se a seguito del primo turno elettorale c'è un candidato che ha ottenuto più del 50% delle preferenze, questo viene dichiarato eletto. In caso contrario, se nessuno supera questa soglia, è necessario un ballottaggio - che quest'anno cadrebbe il 28 ottobre - tra i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno. Il vincitore viene eletto presidente. Ad ottobre si voterà anche per eleggere il Congresso nazionale, che rappresenta il potere legislativo in Brasile.

I candidati

L'attuale numero uno è Michel Temer, presidente del Brasile dal 31 agosto del 2016, quando Dilma Rousseff è stata dichiarata decaduta da tale carica a seguito delle accuse di violazione delle leggi sul bilancio. Sotto la Rousseff, Temer ha svolto il ruolo di vice-presidente dal primo gennaio 2011. Il prossimo 7 ottobre saranno 9 i candidati che correranno per la successione. Per la sinistra ci saranno Marina Silva, ex ministra dell'ambiente sotto Lula, Ciro Gomes del Partito Labour, ministro dell'Integrazione sempre con Lula e Guilherme Boulos del Partito socialismo e libertà. A destra, invece, si proverà a puntare sul profilo di Geraldo Alckmin, del Partito della Social Democrazia Brasiliana (PSDB) e attuale governatore dello stato di San Paolo, già candidato contro Lula alle presidenziali del 2006. In dubbio, invece, la corsa di Jair Bolsonaro in seguito all'aggressione subita. A completare la rosa dei candidati, ci saranno Álvaro Dias di Podemos, João Amoêdo di Novo, Henrique Meirelles del Movimento democratico. Fernando Haddad, il candidato vicepresidente del Partito dei Lavoratori (Pt), invece, potrebbe prendere il posto di Lula, presidente per due mandati consecutivi dal 2003 al 2011, la cui candidatura è stata bocciata dal Tribunale supremo elettorale (Tse).

Tra bocciature e aggressioni

Lo scorso 6 ottobre il candidato di destra, Jair Bolsonaro, è stato accoltellato all'addome mentre partecipava a un raduno elettorale a Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais, nel sud del Paese. Arrivato in gravi condizioni all'ospedale è stato sottoposto a intervento chirurgico e sarà costretto a saltare la campagna elettorale togliendo dalla contesa il candidato che era dato in testa ai sondaggi. Come Bolsonaro, anche Lula, se pur per ragioni diverse, non potrà correre per la presidenza. Lo scorso 31 agosto infatti il Tse ha stabilito che l'ex presidente brasiliano non potrà candidarsi alle elezioni di ottobre a causa della sua condanna per corruzione.

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