Dopo le proteste in rete per la scelta del nuovo testimonial, arrivano le critiche del presidente degli Stati Uniti alla multinazionale americana che ha puntato su un volto simbolo della protesta contro il razzismo
Donald Trump ha risposto pubblicamente alla scelta di Colin Kaepernick come nuovo testimonial Nike. Il simbolo della protesta sportiva contro il dilagare del razzismo in America ha scatenato numerose proteste in rete. Ora lo stesso presidente degli Stati Uniti ha affermato pubblicamente in un'intervista al Daily Caller che questa decisione è un "terribile messaggio".
La replica di Trump
"Credo sia un terribile messaggio, magari c'è una ragione per il quale lo fanno - ha dichiarato Trump, riferendosi all'azienda Nike - Ma se penso al messaggio in quanto tale, penso sia terribile e che non dovrebbe essere mandato. Non c'è ragione per farlo". Con queste parole il presidente americano ha bollato definitivamente la scelta del brand sportivo, anche se ha riconosciuto il diritto di Nike e di Kaepernick ad esprimersi. "È tutto ciò su cui questo paese di basa, il fatto di avere certe libertà di fare cose che altre persone pensano che tu non possa fare, ma personalmente la penso in modo diverso", ha aggiunto Trump, che tra l'altro ospita in uno dei suoi palazzi il flagship store di New York. Solo l'anno scorso Nike ha annunciato che avrebbe comunque lasciato la proprietà.
La storia della protesta di Colin Kaepernick
Colin Kaepernick ha dominato il 49esimo Super Bowl nel 2013, ma dal 2016 non è stato più ingaggiato da alcuna squadra. Le speculazioni sulla decisione di non acquistare il quarterback ha spinto a pensare che i team abbiano paura delle reazioni dei fan o che la sua protesta faccia paura. Due anni fa infatti Kaepernick divenne famoso per essersi inginocchiato durante l'inno nazionale americano, per protestare contro le ingiustizie sociali e razziali negli Stati Uniti. Da quel momento il suo gesto è stato adottato da molti altri giocatori e da star del mondo dello spettacolo come Stevie Wonder. Trump ha duramente commentato questa protesta, insultando pesantemente Kaepernick e aggiungendo che avrebbe dovuto essere licenziato.
Nike e le campagne contro il razzismo
D'altro canto Nike ha una lunga storia alle spalle di campagne pubblicitarie contro il razzismo. Quando Tiger Wood divenne un giocatore professionista, fu lanciata la campagna Hello World, in cui l'atleta raccontava la storia delle discriminazioni razziali nel golf. Questa scelta fu fortemente ostracizzata da molti, così come sta succedendo per quella di Kaepernick. In rete hanno iniziato a circolare molti video di persone che bruciano o fanno a pezzi prodotti Nike.