Ruanda al voto per eleggere i componenti della camera dei Deputati

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Paul Kagame è presidente della Repubblica da quattro mandati ed è il leader dell'Fpr (Getty Images)

Favorito anche per questa tornata elettorale il Fronte patriottico ruandese, il partito del presidente della Repubblica Paul Kagame. Tra gli schieramenti sfidanti il Democratic Green Party

Il 2 e 3 settembre circa sette milioni di ruandesi sono chiamati al voto per eleggere gli 80 componenti della camera dei Deputati che li rappresenteranno per i prossimi cinque anni. Dei 512 candidati, molti sono donne e giovani anche a causa di un genocidio che ha profondamente segnato un’intera generazione. Nel 1994, infatti, nel Paese si è verificato uno dei più terribili eccidi della storia moderna con 800mila morti, perlopiù di etnia tutsi, e due milioni di profughi costretti a fuggire all’estero. Il sanguinoso scontro, durato poco più di 100 giorni, ha causato una drastica diminuzione della popolazione maschile che alla fine del 1994 si attestava circa al 30%. Da allora il Paese è rinato sotto la guida di Paul Kagame ( presidente della Repubblica dal 2000) che nel 1994 guidava l'ala armata del Fronte patriottico ruandese (Fpr). Nonostante un’ineguaglianza diffusa, con il 51% della popolazione che vive sotto il livello di povertà, il Ruanda è considerato dal Corruption Perception Index 2017 di Transparency International tra i paesi meno corrotti del continente (48esimo a livello mondiale, l’Italia è 54esima), e secondo la Banca mondiale è il secondo miglior posto per fare affari nell'Africa sub-sahariana.

Fpr favorito

In vista delle elezioni, nei primi giorni di agosto, il presidente della Repubblica Paul Kagame ha sciolto la Camera dei deputati, che è composta per il 61,3% dei suoi componenti da donne, una percentuale molto più alta rispetto alla media mondiale che si attesta al 23,8%. Alle scorse elezioni, che si sono svolte nel 2013, il partito più votato è stato il Fronte patriottico ruandese (Fpr) con il 76% dei voti. Leader dell’Fpr è il sessantenne Paul Kagame che è presidente della Repubblica da quattro mandati e che nel 2015 ha cambiato la Costituzione garantendosi la possibilità di essere rieletto fino al 2034. Anche per questa tornata elettorale lo schieramento di maggioranza è considerato in forte vantaggio sui concorrenti tra i quali figura il Democratic Green Party, un partito d’opposizione fondato nel 2009 e che è guidato da Frank Habineza, uno dei candidati alle ultime elezioni presidenziali vinte con ampio margine da Kagame.

Oppositrice in carcere

Tra le oppositrici più ostinate di Kagame di questi anni si annovera la 37enne Diane Rwigara, che però al momento si trova in carcere. Unica donna in lizza alle presidenziali dell’agosto 2017, Rwigara era stata estromessa dalla corsa a seguito dell’accusa di aver falsificato le firme per la candidatura. Dopo questo evento, però, l’attivista non si è data per vinta e ha fondato il Movimento per la liberazione popolare (Itabaza), invitando la popolazione "a chiedere trasparenza al governo". Iniziativa che ne ha causato l’arresto con l’accusa di incitamento alla rivolta e frode. Da quel momento, ricorda la Cnn, Rwigara è in attesa di giudizio con il processo che è stato più volte rimandato.

L’Unione africana ha inviato osservatori per le elezioni

L’Unione africana (Ua), di cui Paul Kagame è il presidente di turno, ha deciso di inviare una squadra di osservatori per monitorare il processo elettorale nei 30 distretti del Ruanda. L’obiettivo è vigilare sulla regolarità del voto, effettuando valutazioni indipendenti, e offrire raccomandazioni utili per migliorare l’organizzazione delle prossime elezioni.

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