Donetsk, ucciso il leader separatista Zakharchenko. Mosca accusa Kiev

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Zakharchenko in una foto d'archivio (Ansa)

Il separatista filo-russo, presidente dell’autoproclamata repubblica popolare del Donbass, è rimasto ucciso in un'esplosione in locale nel centro della città. Ferito anche il ministro delle Finanze Timofeyev. L'amministrazione locale parla di “attentato”

Tornana salire la tensione nel Donbass, la regione separatista ucraina appoggiata dalla Russia dove, sin dal 2014, si vive in un vero e proprio conflitto congelato. Alexander Zakharchenko, capo di una delle due autoproclamate repubbliche ribelli, quella di Donetsk, è stato infatti ucciso in quello che è stato definito dai ribelli "un attentato" mentre si trovava nel caffe' 'Separatist', situato nel centro della città. Mosca, dal canto suo, ha subito incolpato Kiev di essere responsabile dell'omicidio.

Chi era Zakharchenko

Nato nel 1976, Zakharchenko è stato un militare e politico ucraino di etnia russa ed esponente del movimento separatista della comunità russa in Ucraina. È stato il comandante di una milizia che partecipò alla conquista della sede di governo durante l'insurrezione contro il governo ucraino del 2014 (le foto del Maidan prima e dopo). Nell’inverno di quell’anno è diventato presidente dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, di cui era stato in precedenza primo ministro.

Insieme a lui nel caffé del centro città dove è stato vittima di un attentato c'era anche il ministro delle Finanze Alexander 'Tashkent' Timofeyev, che è rimasto ferito. 

Mosca accusa Kiev

Le autorità di Donetsk hanno fatto sapere di aver fermato alcuni "sabotatori ucraini" poco dopo l'attentato mentre percorrevano le strade della città in macchina. "Si tratta di un'altra aggressione da parte dell'Ucraina: vendicheremo la morte di Zakharchenko", ha tuonato Denis Pushilin, presidente del Consiglio del Popolo di Donetsk.

A dargli sostenerlo ci ha pensato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Ci sono tutte le ragioni per credere che dietro questo assassinio vi sia il regime di Kiev: hanno giù utilizzato metodi simili, più volte, per eliminare persone indesiderate", ha dichiarato. "Invece di rispettare gli accordi di Minsk, e cercare modi di risolvere il conflitto interno, i guerrafondai a Kiev stanno attuando lo scenario terroristico esacerbando la complessa situazione nella regione", ha incalzato.

Tensioni nel Donbass

I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno negato ogni coinvolgimento e hanno puntato il dito contro i "conflitti interni" alle nuove oligarchie di Donetsk e all'opacità dei loro affari. Se, come sempre, Kiev e Mosca tirano l'acqua ai rispettivi mulini, di fatto la situazione sul campo nel Donbass si è aggravata molto nel corso dell'estate e la conta dei morti e dei feriti, da entrambi i lati del fronte, continua a salire. E gli accordi di Minsk, appunto, restano lettera morta. I contatti fra Mosca e Washington proseguono e si aggiungono a quelli periodi del 'formato Normandia', che oltre a Russia e Ucraina comprende Germania e Francia. Angela Merkel e Vladimir Putin, nel loro incontro agostano a Meseberg, hanno essenzialmente preso atto che il processo di pace "non sta andando da nessuna parte" e hanno affrontato nuovamente il tema della possibile missione dei caschi blu dell'Onu nel Donbass, unica vera novita' capace di smuovere le crisi.

Il conflitto da congelato rischia però ora d'infiammarsi. In Ucraina il prossimo anno ci saranno le presidenziali e l'attuale leader Petro Poroshenko continua a battere il tasto sul tema dell'ingresso del Paese nella Nato - che per Mosca equivale a un affronto. Un equilibrio sempre più difficile da mantenere.

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