Negata la libertà vigilata a Chapman, l’uomo che uccise John Lennon

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John Lennon in una foto del 1968 con la moglie Yoko Ono e il bassista dei Beatles Paul McCartney (Getty Images)

Il Dipartimento di giustizia di New York ha rigettato per la decima volta l’istanza presentata dagli avvocati dell’omicida, che ora dovrà attendere altri due anni per avanzare di nuovo la richiesta. Fu condannato in via definitiva nel 1981

A Mark David Chapman, l’uomo che l’8 dicembre 1980 uccise John Lennon, è stata rifiutata ancora una volta la libertà vigilata. L’uomo, oggi sessantatreenne, dopo essersi dichiarato colpevole di omicidio nel 1981, è stato condannato a una pena che va da 20 anni all'ergastolo.

L'omicidio nel 1981 a New York

Chapman uccise Lennon sparandogli all’entrata del Dakota Building di New York, dove l’ex Beatles viveva insieme a Yoko Ono. Durante i processi ha dichiarato più volte di averlo fatto per guadagnarsi "un’eterna notorietà". La commissione, composta da tre membri del Consiglio di Stato, ha rigettato la domanda di libertà vigilata perché la misura sarebbe "incompatibile con il benessere e la sicurezza della società". Con questo rifiuto arrivano a 10 le istanze presentate dagli avvocati dall’omicida del cantante dei Beatles e righettate dal Dipartimento di New York. Ora Chapman, che sta scontando la pena presso il Wende Correctional Facility di Alden, per poter avanzare di nuovo la di libertà richiesta dovrà attendere il 2020.

Yoko Ono fortemente contraria

Nelle motivazioni la commissione ha spiegato che nel compiere il delitto, Chapman ha dimostrato scarsa considerazione della santità della vita umana e del dolore e della sofferenza degli altri. Motivo per il quale, insieme alla pericolosità che ancora oggi caratterizza il soggetto, non si può dar luogo alla libertà vigilata. In questi anni Yoko Ono si è fermamente opposta alla condizionale per l'assassino di suo marito, che considera un rischio per lei, per i due figli di Lennon, e in generale per la comunità. Secondo la rivista Rolling Stone la donna, oggi ottantacinquenne, anche in questa occasione avrebbe scritto una lettera al giudice per opporsi alla richiesta di Chapman.

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