Australia in crisi politica, 10 ministri rassegnano le dimissioni
MondoDopo lo scontro per la leadership interna al partito Liberale, vinta dal premier Turnbull, le figure chiave dell'esecutivo hanno deciso di lasciare l'incarico. Non convincono alcune scelte del premier sulle norme relative alle emissioni di carbone e all'energia
A meno di un anno dalle elezioni l'Australia è in piena crisi politica. Il premier australiano, Malcolm Turnbull, ha vinto la sfida per la leadership del partito Liberale, ma dieci ministri del suo esecutivo hanno presentato le dimissioni perché appoggiavano lo sfidante perdente. La sfida per la guida del partito Liberale, che si è tenuta in questi giorni, doveva servire a compattare il fronte politico, ma al momento sembra aver ottenuto il risultato opposto.
Finora accettate solo due dimissioni
Il primo ad aver rassegnato le dimissioni è Peter Dutton, ministro degli Affari interni e sfidante del premier Turnbull. Dopo di lui è toccato a Concetta Fierravanti-Wells, a capo del dicastero dello Sviluppo internazionale seguita dai ministri della Sanità e del Commercio. Turnbull, però, dopo aver accettato le dimissioni di Dutton e Fierravanti-Wells, ha dichiarato di aver ricevuto "rassicurazioni inequivocabili sulla lealtà e il sostegno degli altri membri dell'esecutivo".
Divergenze all’interno del partito
Nei giorni scorsi il primo ministro aveva dichiarato vacante la sua posizione durante una riunione del partito Liberale. La scelta, figlia di un forte calo dei sondaggi, dei cattivi risultati alle elezioni suppletive del mese scorso e di diverse divisioni interne, ha portato a un voto a maggioranza all'interno dello schieramento liberale. Turnbull è uscito vincente dalla consultazione con 48 voti a favore e 35 contrari ma, secondo gli osservatori, la vittoria non ha contribuito a rafforzare la sua posizione. Nei giorni scorsi, per evitare di andare sotto nella votazione in parlamento, il primo ministro aveva deciso di rinunciare a una legge che fissava limiti stringenti sulle emissioni di carbone, fortemente osteggiata dall'ala più conservatrice del suo partito anche a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia registrata negli scorsi mesi. Dopo lo scontro in seno al suo schieramento, il premier è uscito indenne anche da un voto di sfiducia in Parlamento, avanzato dall’opposizione laburista, con 76 voti contro 67. "L'unità è essenziale" per la capacità del governo di produrre risultati per 25 milioni di australiani, ha dichiarato Turnbull dopo i due esami, esortando i colleghi di partito ad unirsi dietro la sua guida. Ma l'ex primo ministro Tony Abbott, anche lui membro del partito liberale, ha avvertito Turnbull dichiarando: "L'unità deve essere creata e la lealtà deve essere guadagnata, non possono essere solo richieste".