Scandalo Monica Lewinsky: 20 anni fa Clinton confessava il Sexgate
MondoIl 17 agosto il presidente statunitense ammetteva, in una testimonianza registrata, di aver avuto "relazioni fisiche improprie" con una stagista della Casa Bianca. Lo stesso giorno confessa davanti alla nazione di aver "fuorviato il popolo" circa la sua relazione
Sono passati 20 anni dalla confessione di Bill Clinton davanti al gran giurì circa la sua relazione con Monica Lewinsky. Era il 17 agosto 1998 e l'allora presidente degli Stati Uniti ammise di aver avuto "relazioni fisiche improprie" con una stagista. Dopo essersi confrontato con la giustizia, Clinton parlò anche al popolo americano, ammettendo per la prima volta la relazione e di aver "fuorviato il popolo" circa questo rapporto. Ecco le tappe principali del Sexgate.
Gli inizi da stagista
Tutto inizia nel 1995. Monica Lewinsky è una ragazza fresca di diploma al college. Si trasferisce a Washington D.C. per entrare come stagista non retribuita nello staff di Leon Panetta, al servizio dell'allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Il lavoro, frutto di contatti familiari, sfociò in una relazione con il marito di Hillary Clinton, allora solo First Lady, durata circa due anni e sfociata in uno degli scandali che hanno fatto la storia degli anni Novanta.
Confidenze pericolose
Il 7 gennaio 1998 Lewinsky firma una dichiarazione in cui nega di aver avuto una relazione con Clinton. A richiederla uno dei difensori di Paula Jones, che accusò il presidente americano di averla molestata sessualmente nel 1994. Cinque giorni dopo emergono più di 20 ore di registrazioni telefoniche che contraddicono la dichiarazione della ex stagista. Lei si tradirà confessando alla sua amica Linda Tripp, coinvolta nelle indagini dell'Fbi, alcuni dettagli sulla relazione con Clinton. Nel corso delle indagini sul caso Lewinsky, emergono torbidi dettagli della relazione tra i due, come l'indumento macchiato di liquido seminale del presidente che la ragazza custodisce in casa sua.
Il "no" di Clinton
Il 26 gennaio 2018 Clinton nega tutto in tv e afferma: "Non ho avuto rapporti sessuali con questa donna, Miss Lewinsky". Queste parole entrarono nella storia del caso e fu un'enorme scommessa da parte del presidente verso i suoi elettori. Sua moglie Hillary Clinton parlò di "cospirazione della destra" contro il marito. Nella stessa giornata un ex fidanzato della Lewinsky affermò di aver ascoltato la ragazza raccontargli di aver praticato sesso orale al presidente degli Stati Uniti, prendendo in giro sua moglie. Il 6 febbraio Clinton, nel pieno delle accuse e del fuoco incrociato mediatico, dichiara che non si dimetterà.
Immunità per Lewinsky
Passano i mesi. Lewinsky diventa un'ambita celebrità tanto che Vanity Fair le dedica un servizio fotografico, che la ritrae in pose alla Marilyn Monroe, cosa che non sfugge all'occhio critico della Corte e dell'opinione pubblica. A luglio Lewinsky firma un accordo: per lei viene garantita l'immunità. Seguono l'esame del Dna sul vestito blu della ragazza, che si prepara a testimoniare.
Clinton ammette il Sexgate
Il 17 agosto 2018 Clinton testimonia dinanzi al gran giurì per più di quattro ore. Le sue parole vengono registrate da una rete a circuito chiuso. Ammette "contatti intimi inappropriati" e, quella stessa sera, parla alla nazione in tv, ammettendo per la prima volta la relazione con Monica Lewinsky. "Ho avuto una relazione non appropriata con Miss Lewinsky - dichiara Clinton - Era sbagliata. Si è trattato di una critica mancanza di giudizio e un fallimento personale da parte mia, di cui sono l'unico e solo responsabile".
Solo scuse pubbliche
Clinton non parlò più con Monica Lewinsky, a cui furono rivolte solo scuse pubbliche ai tempi dello scandalo. Queste giunsero durante il discorso per la National Prayer Breakfast del 1998. In tale occasione disse: "Non penso che ci sia un modo piacevole per dire che ho peccato. È importante per me che ogni persona che sia stata ferita sappia che il dolore che provo è sincero: prima, e più importante di tutti, la mia famiglia; poi i miei amici, il mio staff, i membri del mio gabinetto, Monica Lewinsky e la sua famiglia, e il popolo americano. Ho chiesto il perdono di tutti loro".
Clinton nell'era #MeToo
Sono passati vent'anni dall'impeachment, l'ammissione delle molestie ai danni di Paula Jones, il processo e lo scandalo mediatico. Ma ancora oggi, anche nell'era #MeToo, Bill Clinton sostiene di essersi comportato al meglio durante il Sexgate. "Mi sono sentito malissimo allora e in seguito ho dovuto fare i conti con tutto questo. Ma penso di aver gestito la situazione nel modo giusto", ha dichiarato l’ex presidente al conduttore dell'Nbc Craig Melvin. Il giornalista gli aveva chiesto: "A guardarsi indietro, usando adesso la lente del #MeToo, la pensa in modo diverso, o sente una maggiore responsabilità?". "È successo 20 anni fa - ha aggiunto l'ex presidente, ricordando che - due terzi degli americani si erano schierati con me".