Sull'isola di Lombok sono ancora isolate alcune zone nell'area settentrionale. Migliaia di persone hanno lasciato le proprie case e il numero potrebbe salire ancora. Centinaia i feriti curati anche all'esterno degli ospedali. Fedeli intrappolati in una moschea crollata
Secondo i media locali sono almeno 142 le vittime del terremoto di magnitudo 6.9 che domenica 5 agosto ha colpito l'isola indonesiana di Lombok provocando anche centinaia di feriti, danni a case ed edifici e lasciando il territorio senza elettricità (FOTO). Almeno 13mila gli edifici distrutti. Inoltre, il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case è intorno a 20mila. I numeri però sono ancora provvisori: già stamattina la National Disaster Mitigation Agency aveva detto che i soccorritori non erano ancora riusciti a raggiungere alcune zone del Nord dell'isola, tra l'altro quella maggiormente colpita dal sisma. Inoltre, il capo del distretto settentrionale di Lombok ha stimato che l'80 per cento della regione è stato danneggiato dal sisma: "Abbiamo bisogno di mezzi pesanti perché alcune moschee sono crollate e sospettiamo che alcuni fedeli siano ancora intrappolati all'interno".
Intorno a 20mila il numero di evacuati
Per tutta la notte si sono registrate scosse di assestamento nell'isola e le autorità hanno fatto evacuare centinaia di turisti. Secondo il portavoce dell'Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho, il numero di persone evacuate dalle loro case sull'isola di Lombok potrebbe raggiungere quota 20mila e c'è urgente bisogno di personale medico, medicinali e scorte di cibo per le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. È inoltre in corso l'operazione per evacuare tra 2.000 e 2.700 turisti dalle Gili, tre minuscole isole tropicali situate a pochi chilometri dalla costa nord occidentale di Lombok. I filmati pubblicati online da Nugroho mostrano centinaia di persone raggruppate sulle spiagge bianchissime in attesa di lasciare l’isola. "Non possiamo evacuarli tutti in una volta perché non abbiamo imbarcazioni abbastanza capienti", ha spiegato Muhammad Faozal, capo dell'agenzia turistica di Nusa Tenggara, motivo per cui sono in arrivo due navi della Marina per dare soccorso.
La Farnesina: "Rete diplomatica al lavoro"
La Farnesina ha fatto sapere che "si è protratto ininterrottamente per tutta la notte il lavoro di verifica, orientamento ed assistenza messo in campo dall'Unità di Crisi e dalla rete diplomatica italiana in Indonesia a favore degli italiani presenti nell'area colpita dal sisma" e ha sottolineato che "le autorità indonesiane" sono "fortemente sotto pressione in un contesto caratterizzato da infrastrutture limitate e da una numerosa presenza di turisti di diverse nazionalita'". "La priorità - sottolinea il ministero degli Esteri - è il più rapido possibile rientro verso le isole maggiori (Lombok e Bali) con i mezzi messi a disposizione dalle autorità locali, in una adeguata cornice di sicurezza, considerate anche le difficili condizioni del mare in questi giorni".
Crolla una moschea, fedeli intrappolati
Sarebbero diversi gli edifici ancora non ispezionati dai soccorritori. Una moschea di due piani, ad esempio, è stata rasa al suolo mentre all'interno si trovavano numerosi fedeli e i soccorritori non sono ancora riusciti a recuperare superstiti o vittime. Lo ha reso noto sempre il portavoce della National Disaster Management Agency, spiegando che le persone all'interno stavano tenendo una sessione di preghiera serale quando il violento sisma ha colpito l'isola. "Molto probabilmente ci sono vittime ma i corpi non sono stati recuperati perché non ci sono le attrezzature" per sollevare le macerie, ha detto Nugroho.
Danneggiate centinaia di case
Il portavoce della NDMA ha detto che è stato riscontrato un "enorme" danno a Nord di Lombok, dove sono rimaste danneggiate centinaia di case e altri edifici, sotto le cui macerie i soccorritori sono al lavoro per recuperare i superstiti. "Le strade e tre ponti sono stati danneggiati, alcuni luoghi sono difficili da raggiungere e non abbiamo abbastanza personale", ha aggiunto Nugroho.
Feriti curati fuori dagli ospedali
Centinaia di persone sono state curate all'esterno degli ospedali danneggiati nella città principale di Mataram e in altre zone colpite. "Abbiamo bisogno di personale medico e di farmaci", ha dichiarato il portavoce dell'ospedale locale.
Un altro terremoto il 29 luglio
L’Indonesia è un Paese con alto rischio sismico perché è posizionato sulla cosiddetta "Cintura di fuoco", un arco di vulcani e linee di faglia dove si calcola che avvengano il 90 per cento dei terremoti: più della metà dei vulcani attivi nel mondo sul livello del mare ne fa parte. Lo scorso 29 luglio, nella stessa zona, c’era stato un altro sisma, di magnitudo 6.4, che aveva provocato 16 morti.