Il capo di Stato francese, una volta raggiunta l'intesa a Bruxelles: "Accordo non rimette in discussione Dublino". Il premier italiano: non abbiamo dato disponibilità sui centri. Plauso all'accordo da parte del gruppo Visegrad. Tusk: "Presto per parlare di successo"
A Bruxelles, durante il Consiglio europeo sul dossier migranti (COSA PREVEDE), l'accordo è stato raggiunto. Ma l'euforia per aver trovato una soluzione è durata poco. A far discutere è soprattutto il punto delle conclusioni che prevede la creazione su base volontaria di centri per l'accoglienza. Emmanuel Macron parla di intesa positiva perché non mette in discussione il trattato di Dublino (COS’È), e spiega: "I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso". Per il presidente francese "il concetto di Paese di primo arrivo non si può cancellare". La Francia, quindi, non ospiterà i centri per i migranti. A stretto giro il commento del premier italiano: "Era stanco, lo smentisco". E spiega che a sua volta "l'Italia non ha dato disponibilità" sui nuovi centri, mentre "qualche altro Paese lo ha già fatto". Lo Spagnolo Sanchez, invece, chiarisce: "Nuovi centri per migranti in Spagna? No, noi li abbiamo già e funzionano benissimo". Intanto, l'accordo è stato accolto positivamente del cosiddetto gruppo di Visegrad, ovvero Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia che parlano di "grande vittoria". Ma il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk avverte: "È troppo presto per parlare di successo". (LO SPECIALE MIGRANTI)
Macron: "Francia non è Paese di primo arrivo"
"Le nostre regole di responsabilità sono altrettanto chiare: si tratta del Paese di primo approdo nell'Ue. In nessun caso questi principi sono rimessi in discussione", ha spiegato Macron sull'intesa. Ma "verso i Paesi di primo arrivo dobbiamo essere più solidali", ha specificato il presidente francese. "La Francia non è un Paese di primo arrivo. Alcuni volevano spingerci a questo, è lì che volevano arrivare alcune polemiche recenti, ma io le ho rifiutate", ha sottolineato Macron che è poi tornato sul rapporto con il nostro Paese, attraversato dalle tensioni delle ultime settimane. "Voglio continuare a lavorare con l'Italia e trovare buoni accordi, perché il popolo italiano lo merita", ha dichiarato, "per me è un partner essenziale". E su Conte: "Quello che vedo è un presidente del consiglio che sa prendersi le sue responsabilità".
Conte: su base volontaria solo centri di accoglienza
L'Italia era arrivata a Bruxelles minacciando il veto e chiedendo un "cambio radicale". Il premier italiano, dopo l'intesa, si è detto soddisfatto e "sulla stessa lunghezza d'onda" di Salvini. Ma in giornata, sulla posizione di Macron, è tornato a precisare: nell'accordo raggiunto "non si fa riferimento a un Paese di primo transito o di secondo transito". E ancora: "È inesatto dire che l'accordo sia su base volontaria: è integrato e multilivello come richiesto mentre per quanto riguarda l'art.6, che fa riferimento a centri di accoglienza su Paesi di Stati membri, non si impone a nessuno". L'intesa, secondo il premier, stabilisce "azioni condivise anche nel salvataggio in mare. È un principio mai affermato prima". Per Conte, inoltre, l’Italia non riprenderà nessun migrante che dovesse essere stato registrato da noi e poi andato in Germania. E ha spiegato di "non aver sottoscritto nessun accordo" con Berlino in merito ai movimenti secondari: "A Merkel non ho promesso alcunché".
Merkel, accordo sui movimenti secondari con Grecia e Spagna
La stessa Angela Merkel, intanto, ha raccolto il risultato minimo necessario per tornare in patria senza subire lo scacco di Horst Seehofer e, come anticipato alla vigilia, ha iniziato a tessere la tela bilaterale sul fronte dei movimenti secondari: la Germania ha raggiunto "un accordo di riammissione sui movimenti secondari con la Grecia e la Spagna, ma non con l'Italia. Ne ridiscuteremo insieme alla possibilità che la Germania accetti, su base volontaria, di partecipare alla redistribuzione dei rifugiati che arrivano in Italia", ha detto la cancelliera.
"Grande vittoria dei Paesi Visegrad"
Ad applaudire all’accordo raggiunto a Bruxelles è il gruppo Visegrad, proprio per via della centralità dei Paesi di primo ingresso. "Grande vittoria dei quattro Paesi Visegrad al vertice europeo. Assieme siamo riusciti ad evitare la ridistribuzione obbligatoria dei migranti. L'Ungheria non diventerà un Paese di migranti", scrive su Twitter ministro ungherese per le Politiche europee Szabolcs Takacs.
Ue, Tusk: ong rispettino legge, presto per parlare di successo
Dall'Ue, invece, il commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos ha ricordato: "Dobbiamo iniziare a specificare e attuare gli elementi pratici di ciò che i leader hanno concordato sugli sbarchi". E ha posto l'accento sui 500 milioni per il fondo africa presi dal fondo di sviluppo Fes parlando di "un risultato molto importante". Ma sulla questione, da Bruxelles, è intervenuto anche il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk (VIDEO) che ha ricordato: al Consiglio europeo "è stato inviato un messaggio chiaro a tutti, anche alle ong: devono rispettare le legge, non devono ostacolare la guardia costiera libica". Per Tusk, però, "è troppo presto per parlare di successo". "L'intesa sulle conclusioni è il compito più facile in confronto" alla sua applicazione "sul terreno".
Data ultima modifica