Migranti, Conte: il regolamento di Dublino è inadeguato, va superato

Politica
Il premier Conte durante l'intervento alla Camera (foto Ansa)

Il premier riferisce a Montecitorio in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. "L'obbligo di salvataggio che risponde alla legge del mare e del diritto internazionale non può diventare obbligo di processare le domande di asilo per conto di tutti" afferma

L'Italia è pronta a bloccare le conclusioni sui migranti del Consiglio europeo sui migranti se nel testo non sarà inserito il concetto di responsabilità condivisa sui salvataggi in mare. Fonti di Bruxelles sottolineano che sarebbe questa la "linea rossa" per Roma. "Sono in gioco i valori dell'Europa unita",  dice il premier Conte al Senato. Ma il summit del 28 e 29 giugno a Bruxelles è in salita: nessun accordo su Dublino e divergenze sui centri di accoglienza. 

Superare Dublino

Alla vigilia del vertice il premier Giuseppe Conte ha ribadito che il regolamento di Dublino "va superato perché non ci sono più dubbi che sia inadeguato a gestire i flussi migratori" e il governo italiano "in Europa parla con una voce sola, ferma e risoluta”. Il presidente del Consiglio rivendica il ritiro della bozza di proposta sull’immigrazione del pre-vertice europeo di domenica scorsa. Sull'immigrazione Conte ha illustrato alle Camere i dieci punti della proposta italiana portata al tavolo del vertice dei 16 Paesi Ue domenica 24 giugno. Dal finanziamento del Trust Fund Africa al rafforzamento delle frontiere esterne fino al principio secondo cui chi sbarca in Italia sbarca in Europa.

"Rivedere criterio Paese di primo arrivo, coste italiane sono coste Ue"

Secondo il presidente del Consiglio, "l'Italia da anni salva l'onore dell'Europa nel Mediterraneo", ma "l'obbligo di salvataggio che risponde alla legge del mare e del diritto internazionale non può diventare obbligo di processare le domande di asilo per conto di tutti". Ecco quindi che Conte torna a illustrare l'approccio che propone l'Italia: "Le coste italiane sono coste europee, il criterio del Paese di primo arrivo va rivisto e superato, non possiamo portare tutti in Italia e Spagna".

"Proporremo cambiamento nel metodo e nella sostanza anche nel contesto europeo"

Il vertice Ue, sottolinea Conte, “arriva in un momento in cui è sempre più evidente l'urgenza di rispondere agli aspetti reali della vita del cittadino con proposte concrete, senza tentennamenti e ambiguità, paure”. Il premier è poi tornato sulla linea portata avanti dal suo governo, e la definisce un “cambiamento nel metodo e nella sostanza che ho annunciato di fronte a queste Camere e che mi sono impegnato a proporre in tutti i contesti internazionali ed europei".

"Ue sia più equa e giusta, in Italia 5 milioni di poveri"

Conte non si è soffermato soltanto sulla questione immigrazione, ma è anche ritornato su temi economici. Rivolgendosi a Bruxelles, chiede "risposte concrete, perchè in Italia ci sono 5 milioni di persone che non possono più attendere", facendo riferimento agli ultimi dati Istat sulla povertà. Il premier fa leva sulla posizione dell'Italia nell'Ue: "È un contributore netto del bilancio Ue, pensiamo di meritare maggiore attenzione". Nel dibattito sul prossimo bilancio europeo, annuncia Conte, "proporrò che il negoziato riservi un'attenzione finanziaria più sostanziale dei fondi europei destinati all'inclusione sociale e il fondo sociale europeo che potrebbe finanziare la riforma sull'impiego, il bilancio 2021-2027 è uno strumento chiave per raggiungere questo traguardo".

Russia, "rinnovo sanzioni non sia automatico"

Due passaggi più brevi dell'intervento di Conte sono stati dedicati alle sanzioni alla Russia e al web. Sul Paese guidato da Putin, il presidente del Consiglio ha annunciato che a Bruxelles, "riaffermeremo il principio che non debba esserci nulla di automatico nel rinnovo delle sanzioni alla Russia". Mentre sulla Rete, Conte ha sottolineato: "L'attuale assetto Ue non garantisce una tassazione equa, soprattutto per le industrie del web: vogliamo tassare i profitti generati negli Stati membri ridistribuendoli nelle comunità che hanno contribuito a generarli".

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