Oltre 5 milioni di persone in povertà assoluta. Uno su tre è straniero
EconomiaSecondo quanto calcolato dall’Istituto di statistica, nel 2017 questo status ha caratterizzato 1 milione e 778 mila famiglie con un’incidenza del 6,9%. È il valore più alto registrato dall'inizio delle serie storiche. Più di una famiglia povera su 4 non è italiana
Sono oltre 5 milioni, per l’esattezza 5 milioni e 58mila, le persone che nel 2017 hanno vissuto in povertà assoluta in Italia. A dirlo è l'Istat, secondo cui si tratta del valore più alto registrato dall'inizio delle serie storiche, nel 2005. Per quanto riguarda lo stesso dato riferito alle famiglie, quelle che vivono in povertà assoluta sono stimate in 1 milione e 778mila. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica. Tra i dati più significativi, quello relativo agli stranieri: quasi il 30% di tutte le famiglie che vivono in povertà assoluta nel nostro Paese, oltre una su quattro, non è italiana. Si tratta del il 31% del totale, il che vuol dire che circa un povero su tre in Italia è straniero.
Sud, minori e giovani famiglie numerose i più colpiti
Secondo quanto riportato dall’Istat, l'aumento della povertà assoluta colpisce soprattutto il Sud dove in questa condizione vive oltre uno su dieci. L'incidenza stimata nella zona meridionale d’Italia sale da 8,5% nel 2016 a 10,3% nel 2017, per le famiglie, e da 9,8% a 11,4% per gli individui. Il peggioramento coinvolge soprattutto chi vive nelle città principali, i comuni centro di area metropolitana, (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni di minori dimensioni, fino a 50 mila abitanti (da 7,8% a 9,8%). Un altro dato significativo pubblicato dall'Istituto di statistica è quello che riguarda i minorenni che vivono in questo status di povertà assoluta: nel 2017 erano 1 milione e 208mila. L'Istat stima un'incidenza al 12,1% (era 12,5% nel 2016). Inoltre, viene segnalato che il rischio di povertà cresce all'aumentare dei figli minori presenti in famiglia: l'incidenza si attesta al 10,5% tra le famiglie con almeno un figlio e raggiunge il 20,9% tra quelle con tre o più figli. In generale, sono le famiglie giovani, con la persona di riferimento di 18-34 anni, le più colpite dalla povertà assoluta. L'Istat stima per loro un'incidenza del 9,6% e il valore scende con l'avanzare delle classi di età fino al 4,6% delle famiglie con persona di riferimento ultra-sessantaquattrenne.
In Calabria povertà relativa per 1 famiglia su 3, dato 8 volte superiore a Valle d’Aosta
L’Istat rileva anche che in Calabria vive in povertà relativa oltre una famiglia su 3, il 35,3%. Questo è un dato superiore di otto volte a quello della Valle d'Aosta (4,4%), la regione dove il fenomeno è meno diffuso. Un'incidenza di povertà relativa inferiore alla media nazionale si trova in Emilia-Romagna (4,6%), Trentino Alto Adige (4,9%), Lombardia (5,5%), Toscana (5,9%), Veneto (6,1%), Piemonte (6,8%), Friuli Venezia Giulia (6,9%), Trento (7,8%), Lazio (8,2%), Liguria (8,5%) e Marche (8,8%). Invece, l'incidenza maggiore della povertà relativa si registra, dopo la Calabria, in Sicilia (29%) e Campania (24,4%).
Istruiti meno coinvolti. Aumenta anche la povertà relativa
Tra i fattori che influiscono sulla povertà c'è anche l'istruzione. Secondo quanto riporta Istat, si aggrava rispetto al 2016 l'incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall'8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, invece, mostrano valori dell'incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%. Oltre a quella assoluta, però, viene registrato un aumento anche della povertà relativa che raggiunge quasi una persona su sei. L'incidenza della povertà relativa è al 15,6%, per gli individui nel 2017, pari a 9 milioni e 368 mila persone: era 14% nel 2016. Rientra in questa categoria chi vive nelle famiglie (3 milioni 171 mila) che hanno una spesa al di sotto della soglia di 1.085 euro e 22 centesimi al mese per due persone, pari ai consumi medi del Paese.
Salvini: "Priorità agli italiani". Di Maio: "Subito reddito di cittadinanza"
Anche i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno voluto commentare i numeri rilevati da Istat: "I dati usciti oggi sugli oltre 5 milioni di persone che vivono in povertà assoluta mi confermano nella giustezza dell'obiettivo che ci siamo dati con tutto il governo ovvero mettere al centro gli italiani e dare priorità assoluta alle loro necessità", ha detto il ministro dell'Interno durante l'assemblea di Confartigianato a Roma. Successivamente, anche il leder M5s ha citato su Facebook i dati Istat: "Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito!", ha scritto il ministro del Lavoro. "Si tratta di una misura urgente, di primaria importanza anche alla luce dei dati Istat. Non è più possibile andare avanti così e non c'è più tempo da perdere".
Coldiretti: 2,7 milioni di persone costrette a chiedere cibo
I dati sulla povertà assoluta pubblicato da Istat sono stati commentati anche da Coldiretti: "La punta dell'iceberg della situazione di disagio in Italia sono i 2,7 milioni di persone che nel 2017 sono stati costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, oltre la metà dei 5 milioni che si trovano in povertà assoluta. Si tratta di persone - sottolinea - che hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l'accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri; per vergogna, infatti, pensionati, disoccupati, famiglie con bambini prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli". Secondo Coldiretti, sono appena 114mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,55 milioni che invece hanno accettato l'aiuto dei pacchi di cibo sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila senza fissa dimora.