Francia, ultime bottiglie Henri Jayer battute all'asta per 30 milioni

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Poco più di mille vini, accumulati durante la vita dal celebre vignaiolo francese, sono stati venduti domenica 17 luglio, con prezzi ben oltre le aspettative

Sono considerati tra i vini più costosi al mondo e hanno confermato la loro fama. Anzi, le ultime bottiglie della collezione di Henri Jayer, considerato il "maestro del Pinot nero", sono andate ben oltre le attese: battute all'asta a Ginevra, sono valse alle due figlie del celebre vignaiolo francese quasi 30 milioni di euro.

I vini all'asta a Ginevra

I vini, numerati e tutti provenienti dalla cantina di Jayer, scomparso nel 2006 all'età di 84 anni, erano 1.064 in totale, suddivisi in 855 bottiglie e 209 magnum datate fra il 1970 e il 2001. Tutte vendute domenica 17 giugno, durante un'asta durata sei ore e mezza cui erano presenti anche le figlie di Jayer, Lydie e Dominique, dalla casa svizzera Baghera Wines. La vendita si è conclusa con una cifra di 34,5 milioni di franchi svizzeri, pari a 29,8 milioni di euro, fa sapere la stessa Baghera Wines citata da Le Monde: la conferma che "dodici anni dopo la sua morte, i vini firmati dal celebre artigiano-vignaiolo della Borgogna restano tra quelli più cari al mondo".

Cifre oltre le attese

Gli esperti avevano valutato le bottiglie tra i 5,7 e gli 11,2 milioni di euro, dunque la cifra finale è andata ben oltre le attese. Il più costoso è stato il lotto 160 (15 magnum di Cros-Parantoux, Vosne-Romanée Premier Cru) che, a fronte di una stima tra i 237mila e i 406mila euro, è stato aggiudicato per una cifra di oltre un milione di euro. Le bottiglie rappresentavano la totalità di quelle pazientemente accumulate da Henri Jayer nel corso della sua vita, ed erano conservate impilate, come tradizione vuole, nella sua cantina a Vosne-Romanée, in Borgogna. Erano tutte prive di etichetta e tappo, che sono stati aggiunti prima del trasporto in Svizzera. Secondo la casa d'aste, le condizioni di conservazione sono tali che i vini potranno attendere ancora diversi anni prima di essere aperti. La speranza delle figlie è che le bottiglie "raggiungano le cantine di veri amanti del vino che le sappiano aprire e gustare".  

 

 

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