Da Kennedy-Khrushchev a Trump-Kim: i vertici che cambiano la storia

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Quello di Singapore tra i leader di Stati Uniti e Corea del Nord è considerato un incontro storico. In passato sono stati diversi i meeting che hanno mutato il corso degli eventi. Tra questi anche quelli tra Papa Woytjla e Fidel Castro e Richard Nixon e Mao Zedong

È tutto pronto per lo storico vertice che si terrà il 12 giugno a Singapore tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un. Washington punta a smantellare il programma nucleare di Pyongyang e chiudere definitivamente le ostilità dopo decenni di provocazioni e minacce da parte di entrambi i Paesi. È stato lo stesso Kim ad aprire positivamente nei confronti degli Stati Uniti: la svolta è possibile. Questo non è tuttavia il primo vertice tra due grandi leader. In passato, altri presidenti e personaggi celebri si sono resi protagonisti di strette di mano che hanno cambiato il corso degli eventi.

1961, incontro a Vienna tra John Kennedy e Nikita Khrushchev

Durante la Guerra fredda uno degli incontri più significativi fu quello tra il neo eletto presidente degli Stati Uniti, John Kennedy, e il più esperto presidente dell’Unione Sovietica, Nikita Khrushchev. Il vertice ebbe luogo a Vienna il 3 e 4 giugno 1961 (VIDEO) e fu un meeting definito "drammatico" dagli storici. L’oggetto della contesa era la presenza americana a Berlino Ovest. Davanti al comportamento aggressivo del leader sovietico, Kennedy non fece alcuna concessione su Berlino e sull'eventuale trattato di pace tra le quattro potenze occupanti. L'incontro si concluse con un nulla di fatto. In tanti pensano che quel giorno nacque idealmente il muro di Berlino.

1972, incontro a Pechino tra Richard Nixon e Mao Zedong

Molto più proficuo fu un altro vertice: quello di Pechino tra il presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, e il leader cinese Mao Zedong. Il viaggio di Nixon si svolse tra il 21 febbraio e il 28 febbraio 1972 e comprese le visite della capitale ma anche di Hangzhou e Shanghai. L’obiettivo di Washington era quello di tornare al dialogo con Pechino in chiave anti-sovietica. In realtà, il riavvicinamento tra Cina e Usa era iniziato in precedenza, quando nel 1971, la squadra americana di tennistavolo fu invitata a partecipare ad un torneo in Cina. Fu l’inizio di quella che prenderà il nome di "pace del ping pong". Al termine della visita di Nixon, la Cina affermò di "volersi opporre a qualsiasi tentativo perpetrato da una terza potenza per affermare la propria supremazia nell'area".

1978, gli accordi Camp David

Sei anni dopo la visita di Nixon a Pechino, toccò a Jimmy Carter partecipare a un altro vertice estremamente importante, questa volta a tre. Nell'ambito dei conflitti arabo-israeliani il 17 settembre 1978 furono siglati gli accordi di Camp David (VIDEO), dal nome della residenza del presidenza Usa che ospitò i negoziati tra il presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin. Accordi poi sottoscritti alla Casa Bianca. Queste firme anticiparono il trattato di pace israelo-egiziano del 1979. Gli Stati Uniti si impegnarono per diversi miliardi di dollari di sovvenzioni annuali nei confronti dei governi di Israele ed Egitto.

1985, l’incontro a Ginevra tra Ronald Regan e Mikhail Gorbachev

Non è tra i più celebrati e ricordati, ma il vertice a Ginevra del 19 e 20 novembre 1985, tra il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il premier dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbachev, è ritenuto dagli storici come un passo decisivo verso la fine della Guerra fredda. I due leader si videro per la prima volta con l’obiettivo di discutere sulle vicende diplomatiche internazionali, ma soprattutto sulla corsa agli armamenti. Sia Washington che Mosca stavano cercando di ridurre gli arsenali nucleari: i sovietici cercavano di dimezzare il numero di bombardieri equipaggiati con armi nucleari e missili, mentre gli statunitensi volevano assicurarsi che nessuna delle due parti raggiungesse una posizione di vantaggio nel caso in cui avesse colpito per prima. Il vertice non si concluse con un accordo, ma fu il preludio all’incontro di Reikiavik dell’anno successivo.

1986, la stretta di mano Usa-Urss a Reykjavik

Dopo l’incontro di Ginevra, le due superpotenze mondiali si videro nuovamente l'11 e il 12 ottobre 1986 a Reykjavik, in Islanda. Fu il vertice che diede il là al trattato Inf (Intermediate-Range nuclear forces treaty), ovvero il patto stipulato sui limiti imposti alla produzione di materiale bellico e alla costruzione di basi missilistiche. L’obiettivo nella sede islandese era quello di dare una serie di direttive su una importante riduzione della produzione di materiale missilistico a media o lunga gittata che potesse colpire indirizzi di importante rilevanza europea. All’incontro presero parte il segretario generale del Partito Comunista sovietico Mikhail Gorbachev e il presidente degli Stati Uniti d'America Ronald Reagan.

1993, la foto Clinton-Rabin-Arafat

Un altro storico giorno è quello del 13 settembre 1993, quando il primo ministro israeliano Ytzhak Rabin e il leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Yasser Arafat, si strinsero la mano alla Casa Bianca davanti al presidente degli Usa Bill Clinton. Quel giorno i due leader firmarono gli Accordi di Oslo. Si trattò del primo riconoscimento tra i due come legittimi interlocutori, e in quell’occasione - per la prima volta nella storia - Rabin e Arafat si strinsero la mano in pubblico. Nell’accordo Israele riconobbe nella Olp l’unico vero interlocutore ufficiale che parlava per il popolo palestinese e gli riconobbe anche il diritto di governare su alcuni dei territori occupati. Arafat, invece, rinunciò all’uso della violenza per la creazione di uno stato palestinese e riconobbe lo Stato di Israele.

1996, Karol Woytjla e Fidel Castro

Non fu un incontro tra un presidente Usa e un altro leader di una superpotenza mondiale, ma si trattò di un vertice altrettanto importante e fortemente simbolico. Nel novembre 1996 il "Líder Máximo", Fidel Castro, giunse a Roma per una riunione della Fao sull’alimentazione e fu ricevuto in Vaticano da Papa Giovanni Paolo II. Quel giorno il presidente cubano invitò formalmente Karol Woytila a l’Avana per un secondo incontro che avvenne nel 1998. Un vertice in cui si discusse dell’embargo economico, della transizione democratica di Cuba e della situazione della Chiesa cattolica nel Paese latinoamericano.

2015, la stretta di mano tra Barack Obama e Raúl Castro

Più recente l'incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il leader cubano Raúl Castro, fratello di Fidel, a Panama nel 2015 (VIDEO). Successivamente, a marzo 2016, i due si rividero a l'Avana (FOTO): si trattò del terzo meeting dalla ripresa delle relazioni diplomatiche nel 2014, ma la visita del presidente Usa a Cuba fu la prima dal 1928. "Abbiamo mezzo secolo da recuperare", disse l'inquilino della Casa Bianca al termine del bilaterale a Cuba con l'ex nemico storico.

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