Stop ai cellulari a scuola in Francia: cosa succede negli altri Stati

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Foto d'archivio Getty

Una legge francese introduce il “divieto effettivo” dei telefonini nelle scuole elementari e medie. In molti altri Paesi non esistono norme nazionali e la scelta è degli istituti. In Italia il governo Gentiloni ha aperto all’utilizzo didattico in classe

Niente più cellulari in classe per gli studenti francesi. Nel Paese, infatti, è stata approvata una legge che introduce il “divieto effettivo” dei telefonini nelle scuole elementari e medie dall’inizio del prossimo anno scolastico. Un tema, questo degli smartphone in aula, molto discusso anche negli altri Paesi. C’è chi sostiene che questi tipi di dispositivi, se usati sotto la guida degli insegnanti, aiutino i ragazzi nell’apprendimento e chi invece li considera una distrazione - per di più alienante - da bandire dagli edifici scolastici. C’è anche chi evoca un problema di “salute pubblica”, precisando come sia importante che i bambini si stacchino dagli schermi almeno per qualche ora. In Francia, così come in molti altri Paesi, l’utilizzo dei cellulari era già vietato durante le ore di lezione, ma consentito durante pause e intervalli. Ora la nuova legge francese - annunciata da Emmanuel Macron già in campagna elettorale - vieta del tutto di accendere i dispositivi a scuola. Ecco com’è la situazione nel resto del mondo.

In Italia

L’Italia sembra aver imboccato una strada contraria rispetto a quella francese. Fino a poco tempo fa, infatti, una circolare del 2007 dell’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni vietava l’utilizzo dei telefonini in classe. Diceva che è “dovere specifico, per ciascuno studente, non utilizzare il telefono cellulare, o altri dispositivi elettronici, durante lo svolgimento delle attività didattiche”. E prevedeva, in caso di violazione, “l'irrogazione delle sanzioni disciplinari appositamente individuate da ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito della sua autonomia, in sede di regolamentazione di istituto”. Il governo Gentiloni, con l’ex ministra Valeria Fedeli, ha in sostanza rimosso - non senza polemiche - il divieto e “sdoganato” il cellulare in classe. Ovviamente, l’uso “responsabile” dei dispositivi digitali (smartphone ma anche tablet) è autorizzato solo a scopo didattico, non per chiamate o messaggi, e per regolarlo sono state diramate nel gennaio scorso delle precise linee guida. “In ogni caso resta proibito, come stabilito dalla circolare del 2007, l'uso personale di ogni tipo di dispositivo in classe, durante le lezioni, se non condiviso con i docenti a fini didattici”, ha ribadito più volte Fedeli.

C’è chi ne vieta l’introduzione a scuola

Il rischio che i ragazzi riescano a eludere la sorveglianza dei professori durante le lezioni e utilizzare i cellulari anche per altro, però, c’è sempre. Alcune scuole italiane e non, per provare a limitare questa possibilità, hanno introdotto il divieto di portare i telefonini a scuola o ne hanno imposto la consegna all’ingresso. È successo, ad esempio, in molti istituti del Regno Unito: tra il 2007 e il 2012 le scuole che hanno tolto i cellulari dalle mani degli studenti sono passate dal 50% al 90%. Proibire ai ragazzi di introdurre i telefonini negli istituti, e quindi di portarseli dietro, ha però sollevato il disappunto di molti genitori per una questione di sicurezza. Per questo motivo, ad esempio, nel 2015 il sindaco di New York Bill De Blasio ha abolito il divieto che impediva agli studenti di portare dispositivi elettronici nelle scuole della Grande Mela. Nel resto del Paese, dopo un periodo in cui si erano diffuse politiche restrittive e divieti, stanno aumentando i corsi che ammettono l’utilizzo di smartphone e tablet a fini didattici.

Spesso non esistono norme nazionali, ma decidono le scuole

Sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito sia in molti altri Paesi, comunque, non esistono delle legislazioni nazionali e la scelta viene spesso lasciata ai singoli istituti. Succede così, per esempio, anche in Spagna e in Svezia. In Germania i regolamenti variano non solo a seconda delle scuole, ma anche dei Landër. Il primo Land a introdurre il divieto di utilizzo del cellulare in classe è stato la Baviera. Nel marzo del 2006, infatti, la legge di riforma del sistema scolastico bavarese conteneva una norma che stabilisce che “nei locali della scuola devono essere tenuti spenti telefoni cellulari e altri strumenti digitali, non specificamente utilizzati a fini didattici. Il personale insegnante e non insegnante può consentire eccezioni. In caso di trasgressione gli stessi oggetti possono essere ritirati”. Un divieto che ha provocato polemiche a livello nazionale. Anzi, col passare del tempo il dibattito su quanto sia giusto spegnere i cellulari in classe rimane acceso in tutto il mondo.

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