Nozze gay, la Corte Ue: "Coniuge straniero ha gli stessi diritti"

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I Paesi membri sono liberi di autorizzare o meno i matrimoni omosessuali, ma i diritti dei coniugi sono gli stessi e devono essere rispettati. Per questo non può essere ostacolata la libertà di soggiorno di un cittadino Ue rifiutando di concederla al coniuge

Con una sentenza storica, la Corte di giustizia dell'Unione Europea - ha di fatto - riconosciuto i matrimoni tra persone dello stesso sesso ai sensi delle regole sulla libera circolazione delle persone. Per la Ue, infatti, anche se extracomunitario e dello stesso sesso, il coniuge di un cittadino di un Paese Ue ha gli stessi diritti e quindi un Paese membro non può imporre limiti od ostacolare la libertà di soggiorno e di movimento sancita dalle norme europee. A stabilirlo è stata la Corte di giustizia dell’Ue con una sentenza sul ricorso presentato da un cittadino rumeno e da un cittadino americano. I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che la nozione di "coniuge", ai sensi delle disposizioni del diritto dell'Unione sulla libertà di soggiorno dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari, comprende i coniugi dello stesso sesso.

Matrimonio gay resta decisione degli Stati

Nonostante i Paesi membri siano liberi di autorizzare o meno i matrimoni omosessuali - precisa la Corte - i diritti dei coniugi sono gli stessi e devono essere rispettati. E per questo non può essere ostacolata la libertà di soggiorno di un cittadino dell'Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino di un Paese non Ue, un diritto di soggiorno derivato sul loro territorio. Il ricorso era stato presentato dal cittadino rumeno contro le proprie autorità nazionali perché queste avevano negato al suo coniuge, un cittadino statunitense sposato a Bruxelles nel 2010, il diritto di soggiornare in Romania.

Il ricorso

Le autorità rumene avevano respinto la richiesta di soggiorno oltre i tre mesi del cittadino statunitense, perché per la legislazione nazionale non poteva essere qualificato come "coniuge" di un cittadino Ue. Davanti al ricorso della coppia, la Corte costituzionale rumena aveva quindi chiesto alla Corte di giustizia dell'Ue se il cittadino americano rientrasse nella nozione di "coniuge" di un cittadino dell'Unione che ha esercitato la sua libertà di circolazione e dovesse ottenere di conseguenza la concessione di un diritto di soggiorno permanente in Romania.

Nell'ambito della libertà di circolazione nozione di coniuge è "neutra"

Con la loro sentenza, i giudici di Lussemburgo hanno constatato che, "nell'ambito della direttiva relativa all'esercizio della libertà di circolazione, la nozione di 'coniuge' è neutra dal punto di vista del genere e può comprendere quindi il coniuge dello stesso sesso". La Corte dell'Ue ha precisato che resta prerogativa degli Stati membri decidere se prevedere o meno il matrimonio omosessuale, ma ha stabilito che il rifiuto di riconoscere ai fini del diritto di soggiorno il matrimonio tra persone dello stesso sesso, legalmente contratto in un altro Stato membro, è atto ad ostacolare l'esercizio del diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio dell'Ue. La libertà di circolazione, infatti, varierebbe da uno Stato membro all'altro in funzione delle disposizioni di diritto nazionale che disciplinano il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

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