Manchester, un anno fa l'attentato al concerto di Ariana Grande

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Matteo Furcas

Un minuto di silenzio in tutta la Gran Bretagna e diverse iniziative in città ricordano le vittime dell'attacco in cui persero la vita 22 persone, tra cui alcuni ragazzi e una bambina di 8 anni. La popstar è riapparsa in pubblico dopo molti mesi di silenzio

È passato un anno dall'attentato di Manchester. Erano le 22.30 inglesi (le 23.30 in Italia) del 22 maggio 2017, quando un terrorista si fece esplodere alla Manchester Arena, quando era finito da pochi minuti il concerto della cantante statunitense Ariana Grande. Il pubblico, per la maggior parte composto da adolescenti, stava iniziando a lasciare il palazzetto. L’esplosione ha ucciso 22 persone, tra cui alcuni bambini, e i feriti sono stati in totale 800. Quello di manchester è l’attentato più sanguinoso in Gran Bretagna dopo gli attacchi terroristici di Londra del 7 luglio 2005 su metropolitane e autobus. La polizia locale ha confermato che si è trattato di un attentato suicida e che l’attentatore è morto nell’esplosione dell’ordigno, artigianale e imbottito di chiodi. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis con un comunicato diffuso dai suoi canali ufficiali e l’attentatore viene identificato in Salman Abedi, 22 anni, cittadino britannico figlio di rifugiati libici.

Chi era l’attentatore

Salman Abedi, nato nel 1994, era il terzo di quattro figli di una coppia di profughi emigrati nel Regno Unito per sfuggire al regime del colonnello Gheddafi. Era già conosciuto dalle forze di sicurezza britanniche ma su di lui non era in corso alcuna indagine, perché il suo profilo non era considerato ad alto rischio. Secondo il New York Times, che citava un agente dei servizi segreti, Abedi aveva preso contatto con membri di una brigata dell’Isis a Sabrata, in Libia, e li avrebbe incontrati sul posto. Secondo la polizia di Manchester, lì avrebbe ricevuto una sorta di addestramento e il materiale per costruire l’ordigno utilizzato nell’attentato. Un amico di Abedi aveva confermato, raccontando al Times che il 22enne era tornato da pochi giorni da un viaggio in Libia. "Era partito" tre settimane prima dell'attentato. Dopo le successive indagini la polizia ha arrestato altre 22 persone considerate legate all’attacco, ma sono state tutte rilasciate – circa tre settimane dopo l’attentato - quando gli inquirenti hanno concluso che Abedi ha agito da solo.

Chi erano le vittime

Nell’attentato hanno perso la vita 22 persone, tra cui diversi giovani e una bambina di otto anni. La prima vittima è stata Georgina Callander, una diciottenne britannica che aveva anche pubblicato su Instagram una foto del 2015 che la ritraeva con l’artista. La più piccola delle vittime si chiamava Saffie Rose Roussos e aveva otto anni: si trovava al concerto con la madre e la sorella che sono rimaste ferite. In totale hanno perso la vita dieci persone sotto i vent’anni, tra cui una ragazza di 15 anni, tre di 14, e una coppia di giovani fidanzati di 19 e 17 anni. Tra le altre vittime anche genitori e parenti che hanno accompagnato i ragazzi al concerto di Ariana Grande, cantante con un pubblico molto giovane.

Il nuovo conto dei feriti

Per quanto riguarda i feriti, dopo quasi un anno dall’attentato, la polizia britannica ha rifatto i conti, e il totale è salito a 800. Come ha riportato la Bbc, secondo Russ Jackson, numero due della Greater Manchester Police, la stima è stata rivista dopo mesi di verifiche. “Ora sappiamo - ha detto Jackson - che in aggiunta ai 22 uccisi, 800 persone hanno riportato lesioni fisiche e psichiche”, invece delle circa 500 indicate precedentemente. Il funzionario non è entrato nei dettagli di questa “revisione”, evidenziando piuttosto la gravità dell'accaduto e le conseguenze a lungo termine per diverse vittime.

Il dolore di Ariana Grande

"Distrutta. Dal profondo del mio cuore, sono così tanto dispiaciuta. Non ho parole", aveva scritto Ariana Grande su Twitter la notte dell’attentato. La Manchester Arena è tra i più grandi palazzetti indoor d'Europa, con una capienza di oltre 21.000 posti e il concerto della popstar aveva fatto il tutto esaurito. Qualche settimana dopo l’attentato, Ariana Grande aveva voluto un concerto benefico, chiamato “One love Manchester”, che ha raccolto oltre 2 milioni di sterline da destinare alle famiglie delle vittime. Al concerto hanno partecipato artisti come Take That, Robbie Williams, Pharrell, Miley Cyrus, Black Eyed Peas, Katy Perry, Justin Bieber, Coldplay e Liam Gallagher. Ariana Grande si è invece assentata dalle scene per alcuni mesi ed è tornata dopo un lungo silenzio nell’aprile 2018 con il suo primo brano dopo l’attentato, intitolato “No tears left to cry”, con un titolo e un testo considerati impliciti riferimenti a quanto avvenuto a Manchester. Il 2 maggio 2018, Ariana Grande ha concesso la sua prima intervista in tv dopo l’attentato, al Tonight Show di Jimmy Fallon. Il conduttore l'ha ringraziata per la sua forza e la sua tenacia, e la cantante si è commossa. La popstar è tornata poi a parlare della tragedia in un’intervista al Time: “L’elaborazione di questi fatti dura per sempre”, ha detto. “Non voglio che questo evento negativo abbia tutto questo potere. È il lato peggiore dell’umanità, per questo ho cercato di reagire”. 

Le iniziative per l’anniversario

Intanto, la città di Manchester ha preparato diverse iniziative per ricordare la tragedia a un anno dall’attentato. A partire dai “trees of hope”, 28 piante posizionate lungo il tragitto dalla stazione Victoria (la più vicina al luogo dell’attentato) alla centralissima St. Ann’s Square, a cui attaccare messaggi di omaggio alle vittime e di speranza. Ad Albert Square, la piazza riempita da fiori e cartelloni dopo l’attentato, si tiene “With one voice”, un canto collettivo aperto a tutti. Verranno cantate “One last time” di Ariana Grande, “Don’t look back in anger” degli Oasis e “Never forget” dei Take That. Alle 22:31, ora dell’esplosione alla Manchester Arena, in tutta la città risuoneranno le campane delle chiese. Infine, alle 14:30 tutta la Gran Bretagna ricorderà la tragedia con un minuto di silenzio.

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