Germania, Andrea Nahles è la prima donna a capo dell'Spd

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Andrea Nahles al congresso dell'Spd a Wiesbaden, Germania (foto di GettyImages)
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Non era mai capitato in 155 anni di storia del partito che una donna venisse eletta presidente. La Nahles succede al dimissionario Martin Schulz con il 66,35% dei consensi

Andrea Nahles è la prima donna presidente dell’Spd, il partito dei socialdemocratici tedeschi. La 47enne, che poteva contare sull’appoggio dei vertici di partito, è stata eletta con il 66,35% dei consensi.

Prima donna a guida del partito

Non era mai capitato in 155 anni di storia che una donna diventasse capo del Partito socialdemocratico in Germania. Per lei hanno votato 414 dei 660 delegati riuniti a Wiesbaden per il Congresso straordinario dell'Spd, convocato dopo le dimissioni di Martin Schulz a febbraio. L’anno scorso Schulz aveva ottenuto il 100% delle preferenze, ma era stata un’elezione praticamente scontata: nel gennaio 2017 il vice-cancelliere Sigmar Gabriel gli aveva di fatto lasciato il testimone ritirando la sua candidatura e rinunciando anche alla presidenza del partito. Quest’anno c'era una candidatura alternativa, quella del sindaco di Flensburg, Simone Lange, che ha ottenuto 172 voti. Andrea Nahles era comunque favorita dopo esser stata nominata all'unanimità dalla dirigenza del partito. "Oggi, qui, stiamo per rompere un soffitto di vetro", ha detto Nahles davanti agli oltre 600 delegati, appena prima di essere eletta.

Davanti al congresso dell’Spd

Nahles ha ricordato la difficile strada percorsa dall'Spd per accettare di entrare in una nuova grande coalizione con la cancelliera Angela Merkel, dalla debolezza in cui il partito è rimasto dopo essere affondato al suo minimo storico del 20,5% nelle ultime elezioni. "Siamo in grado di rinnovare dall'interno della grande coalizione", ha promesso Nahles ricordando alcuni dei risultati raggiunti come l'introduzione del salario minimo. Quello a cui la 47enne ha parlato è stato il quarto congresso dell’Spd in un anno e il primo dopo la formazione di una nuova grande coalizione sotto la guida della Merkel e le dimissioni di Martin Schulz come presidente del partito.

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