Cuba, finisce l'era dei Castro: ecco il nuovo presidente

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Antonio Marafioti

Raul Castro insieme all'attuale vice presidente Miguel Díaz-Canel (Foto: Archivio Getty Images)

Il prossimo capo di Stato verrà designato il 18 aprile dalla Asamblea Nacional del Poder Popular. Il favorito per la successione a Raúl Castro è l'attuale vice presidente Miguel Díaz-Canel

Svolta storica per Cuba che il 18 aprile nominerà un nuovo presidente: il primo, in quasi 60 anni di storia, a non portare il cognome Castro. Secondo gli analisti cubani e internazionali, la scelta ricadrà sull'attuale vice presidente Miguel Díaz-Canel, nato il 20 aprile 1960, un anno dopo la vittoria dei rivoluzionari guidati da Fidel Castro sulle truppe governative di Fulgencio Batista.

Cosa cambia a Cuba

L'alternanza al vertice politico del Paese verrà decisa tramite un'elezione di secondo grado e maturerà nel corso di una votazione dei membri dell'Asamblea Nacional del Poder Popular, l'organo legislativo cubano. Il processo elettivo era inizialmente previsto per il 19 aprile, ma è stato anticipato di un giorno in concomitanza con l'anniversario della vittoria della Baia dei Porci (1961), quando Cuba respinse un maldestro tentativo di invasione da parte di esuli e mercenari supportati dalla Cia. Comincerà alle 9, ora dell'Avana e prevede il voto di 605 deputati, a loro volta eletti da assemblee territoriali. Il procedimento, come spiega la stampa internazionale, potrebbe durare anche due giorni, facendo slittare la nomina al 19 aprile. Secondo quanto riportano i media nazionali, non dovrebbero esserci sorprese sulla designazione del successore di Raúl e Fidel Castro alla guida del Paese: Miguel Díaz-Canel, il favorito della vigilia si appresta a essere il primo presidente cubano non appartenente alla famiglia del leader rivoluzionario. Il nuovo presidente sarà inoltre il primo uomo al potere a non aver ricoperto ruoli militari e a non aver partecipato alla Revolución del 1959. Con il suo arrivo saranno poi divise, per la prima volta in 60 anni, due cariche fondamentali: quella di Capo di Stato e di Governo e quella di Primo segretario del Partito Comunista cubano, che resterà assegnata a Raúl Castro fino al prossimo congresso del 2021. Raul, succeduto al fratello Fidel di fatto nel 2006 e formalmente nel 2008, conserverà anche il grado di Generale dell'Esercito, ovvero la massima autorità delle Forze armate cubane. Questo garantirà un passaggio graduale tra la vecchia guardia rivoluzionaria e la nuova generazione di dirigenti cubani guidati da Díaz-Canel.

Chi è Miguel Díaz-Canel

Miguel Díaz-Canel Bermúdez, 57 anni, è l'attuale vice-presidente di Cuba. Ingegnere elettronico di formazione, è arrivato al vertice del Partito Comunista Cubano dopo una carriera politica partita in due delle provincie più importanti dell'isola. A Villa Clara, sua provincia natale, e poi a Holguín, la provincia che diede i natali ai fratelli Castro. Ammiratore della figura di Ernesto Che Guevara, Diaz-Canel si è contraddistinto per la difesa dei diritti civili della comunità Lgbt cubana, diventandone un punto di riferimento ed è famoso anche per un passato da amante del rock: ebbe un ruolo di primo piano nella creazione del centro di El Mehunche. Nel 2009 fu scelto da Raúl in persona come ministro dell'Istruzione, per poi essere nominato, nel 2013, vice presidente del Paese. A pesare sulla scelta del vecchio leader pare ci siano stato il carattere discreto e moderato di Diaz-Canel che, negli ultimi tempi, ha rappresentato il Paese in occasione di insediamenti di presidenti di Stati amici e ricevuto delegazioni di Paesi alleati come il Venezuela e la Russia.  

I problemi interni da risolvere

Sono diverse le scelte alle quali il nuovo presidente sarà chiamato per assicurare un "Paese prospero e sostenibile" come ha finora promesso da Raúl Castro. Sul fronte interno, il primo punto in agenda è quello della crescita economica giudicata dallo stesso Castro insufficiente. Secondo i dati riportati dall'agenzia Efe, il 2017 ha segnato per l'isola una lieve crescita rispetto al passivo dell'anno precedente. Il Pil ha fatto registrare un incremento di 1,6% grazie alle entrate turistiche e ai lavori pubblici, dato che, secondo il ministro dell'Economia, Ricardo Cabrisas, dovrebbe arrivare al 2% nelle previsioni del 2018. Un'accelerazione alla crescita economica permetterebbe, poi, di affrontare nel migliore dei modi l'annoso problema della riunificazione monetaria. Attualmente a Cuba vige un sistema a doppia valuta col peso cubano (Cup) con il quale lo stato paga i salari, e il peso convertibile (Cuc) usato per il turismo e l'acquisto di immobili. Al cambio servono 24 Cup per un Cuc. Altri due punti importanti sono il ritardo nella fornitura di petrolio sovvenzionato, causati dalla crisi interna del partner Venezuela e la ricostruzione successiva all'uragano Irma. Un evento che sull'isola ha causato danni per 13mila milioni di dollari convincendo lo stesso Castro a prolungare di due mesi il suo mandato, la cui fine era prevista per lo scorso 24 febbraio.

I rapporti con gli Stati Uniti

Per quanto riguarda la politica estera, il tema principale è sicuramente costituito dai rapporti con gli Stati Uniti. Passaggio sicuramente complicato, nonostante lo storico riavvicinamento guidato dall'amministrazione Obama, dall'arrivo al potere di Donald Trump e dalle accuse statunitensi di "attacchi acustici" al personale di ambasciata di stanza all'Avana. Trump ha intenzione di fare marcia indietro su diversi punti stabiliti dal suo predecessore, dai viaggi sull'isola alla (ora improbabile) revoca dell'embargo. "Nel 2017 abbiamo assistito a una battuta d'arresto grave e irrazionale nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti, di cui il nostro Paese non è responsabile", ha detto Castro, che ha ripetutamente negato i presunti attacchi. Gli Usa però hanno ridotto ai minimi il personale presso la propria ambasciata nella capitale cubana, costringendo il governo di Castro a fare lo stesso con il proprio organo diplomatico a Washington: soltanto l'ultima di una serie di schermaglie che contraddistinguono una relazione storicamente molto complessa.  

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