Diario di bordo dalla Seawatch 3, tra esercitazioni e turni di guardia

Mondo

Monica Napoli

Prosegue il viaggio di Sky TG24 a bordo della nave della Ong tedesca tra attività di routine quotidiana e piccoli momenti di svago

La cabina di comando è affollata come ogni mattina, sempre più persone della crew osservano dai binocoli e i radar per scorgere eventuali barconi in difficoltà, un orecchio resta puntato alla radio. Chi ha fatto il turno di notte si riposa per poche ore, poi si torna di nuovo a pattugliare il mare. Ai posti di comando in mattinata c'è Anne, il secondo ufficiale poi arriva Pia il comandante e ancora Kim, il primo ufficiale, è lui l'incaricato del turno di notte ma alle 12 dà una mano alla crew. I giorni trascorsi in mare in attesa di eventuali soccorsi sono giorni in cui attorno a noi c'è solo il mare e per quanto la nave su cui stiamo viaggiando possa essere più grande delle altre della ong seawatch dopo diversi giorni inizia ad essere sempre più piccola.

Esercitazioni di primo soccorso

Chi non è in turno nei pattugliamenti si dà da fare in altro modo così trovo Alex, alla sua seconda missione, ma esperta di navi, lavorare nei corridoi per rimettere a posto la moquette di plastica, con lei Johansen, Seb e Maggie. La moquette prima, le bocchette dell'aria condizionata poi. Poche ore e tutto sembra come nuovo. Chi non è al lavoro con Alex resta con Reiner il capo missione che da ieri sera si dedica all'insegnamento dei nodi. Sì proprio i nodi da marinaio tanto difficili da fare. La sfida appassiona tutti, nessuno vuole e può ammettere di non riuscirci davanti ai compagni. Tra una risata e l'altra, tra un dito incastrato in qualche corda e un nodo ben fatto passano le ore mentre si danno il cambio ai binocoli i diversi mentre della crew. Insomma, davvero non si sta con le mani in mano qui, tutto può essere utile come i continui corsi di primo soccorso. Anche oggi Paula e Annika con l'aiuto di Johansen (i tre medici a bordo) si sono dedicati all'insegnamento delle tecniche di primo soccorso. Bisogna davvero essere pronti a tutto e a dare una mano in caso di emergenza. Si misurano la febbre e si prendono la pressione l'uno con l'altro.

 

Turni di guardia

Dalle 12 alle 14 partecipo al turno di guardia, scorgiamo sui radar un'imbarcazione abbastanza grande ma neanche con i binocoli riusciamo a determinarne la posizione. L'attenzione con cui ogni membro della crew partecipa alla guardia senza mai distogliere lo sguardo dai binocoli mi colpisce molto. Non avrei mai immaginato un livello di attenzione simile costante nel tempo. Erik, il membro più anziano della crew attore freelance olandese, resosi conto che i binocoli sono tutti occupati ne approfitta per farsi insegnare da Kim come leggere i radar e come compilare il diario di bordo. In fin dei conti hanno imparato tutti così, anche Pia il comandante ha imparato così  scopro con stupore. "Da sette sono sulle navi - mi racconta quando torna a riprendere i posti di comando un mattinata - ho imparato osservando e studiando, facendomi spiegare ogni minimo particolare sulla navigazione". "Sei quasi autodidatta" commento. "Si" mi risponde. In realtà anche Anne, il terzo ufficiale mi ha detto qualche giorno fa che, di fatto, tutti stanno imparando così. Trovo affascinante il modo in cui si trasmettano competenze e sapere, esperienze e aneddoti.

Delfini all'orizzonte

Lascio la cabina di comando per tornare nella media room, una piccola stanzetta adibita a media center per i giornalisti che seguono le operazioni a bordo. Neanche mi siedo che vedo tutti correre nella stessa direzione. Nessun allarme e scattato, penso mentre mi affaccio all'esterno. "Hai visto i delfini?"Mi chiede Claire, ingegnere francese che di solito a quest'ora è rinchiusa nella sala dove solo gli ingegneri possono accedere. La seguo emozionata. Restiamo in silenzio a guardare i delfini giocare. In fin dei conti la crew è composta da olandesi, inglesi, francesi e tedeschi cresciuti lontano dal mediterraneo e dalle coste più a sud dell'Europa. Così, grazie ai delfini, siamo riusciti a guardare il Mediterraneo con altri occhi dimenticando - anche solo per un attimo - che stiamo navigando sul quel mare che è diventato la tomba di molti, di troppi.

La Seawatch è una Ong tedesca che dal 2015 opera nel Mediterraneo per trarre in salvo i migranti che dalla Libia partono su barconi fatiscenti rischiando la vita. È la terza missione dall'inizio del 2018 e nonostante gli ultimi avvenimenti in Italia e i rapporti sempre più complicati con la guardia costiera libica, il gruppo ha deciso di partire ugualmente. L'Italia è il Paese dove vengono portati i migranti salvati, il Paese che fronteggia maggiormente il flusso migratorio. Questo è il diario di come avvengono le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.

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