Il portale di condivisione video è al centro di polemiche per la diffusione di filmati poco attendibili. Per far fronte a complotti, in arrivo un box con informazioni neutrali estratte. Ma l'enciclopedia chiarisce: non si tratta di una partnership ufficiale
Un box con informazioni estratte da Wikipedia potrebbe presto accompagnare i video che parlano di complotti e cospirazioni su YouTube. L'annuncio è stato dato da Susan Wojcicki, CEO di YouTube, durante il festival South by Southwest in corso in Florida.
La novità arriva proprio mentre il portale di condivisione è sotto accusa per la diffusione di diversi video falsi su eventi di attualità. Il caso che ha fatto più discutere è stato quello relativo alla sparatoria di Parkland quando è diventato virale un filmato falso secondo cui uno dei sopravvissuti alla strage era un attore. Altre polemiche sono arrivate dall'India dove moltissimi video d'attualità sono per lo più falsi. In tutto ciò, alcuni analisti hanno messo in discussione l'intero sistema di raccomandazione di YouTube: secondo il Nytimes spingerebbe gli utenti a guardare contenuti sempre più estremi.
La proposta di YouTube
Si chiamano "information cues" e sono appunto "suggerimenti" per informarsi in maniera più completa quando si capita su video che parlano di temi ampiamente dibattuti e attorno a cui ci sono molte teorie del complotto. Verranno implementati nei prossimi mesi su YouTube, secondo quanto anticipato dal Ceo. Si va dalle cospirazioni storiche (come lo sbarco sulla luna, l'assassinio di Kennedy) a quelle più recenti (scie chimiche, vaccini). In questi casi i video saranno accompagnati da un breve box che rimanda alla voce di Wikipedia, dove si possono trovare maggiori dettagli e dare un po' di contesto al dibattito.
L'annuncio ha colto di sorpresa la comunità di Wikipedia: in un comunicato diffuso online, la Wikimedia Foundation ha dichiarato che non si tratta di una partnership ufficiale e di non essere stata ancora coinvolta da YouTube.
Alcuni osservatori vicini a Wikipedia hanno criticato la decisione di YouTube, sottolineando come la stessa enciclopedia da anni stia lottando per rendere affidabili i propri contenuti, mettendoli al riparo dalle "edit war" (guerre di modifiche) su contenuti controversi: sarebbe quindi meglio avviare un test in modo da valutare l'impatto di questa scelta e capire anche se porterà o meno più "vandalismo" sull'enciclopedia collaborativa.
Il caso di Parkland
Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere il caso del video complottista pubblicato su YouTube subito dopo la sparatoria nella scuola di Parkland secondo cui uno dei sopravvissuti era un attore. Il video ha raggiunto la posizione n.1 nella sezione "Trending" di Youtube e in poche ore ha collezionato oltre 200.000 visualizzazioni, per essere poi rimosso.
La sezione Trending di YouTube è gestita da un algoritmo e già in altri casi è sotto accusa per aver promosso contenuti controversi. Polemiche simili hanno investito anche le funzionalità "Trending" di Twitter e Facebook.
"Il grande radicalizzatore"
Proprio prendendo spunto dalla vicenda di Parkland, nei giorni scorsi la studiosa Zeynep Tufekci ha pubblicato un duro attacco a YouTube, definendolo "il grande radicalizzatore". Tufekci analizza in particolare il ruolo del sistema di raccomandazione dei video su YouTube, che sarebbe costruito per spingerci a guardare contenuti sempre più forti: "Più clicchiamo, più siamo spinti dalla sensazione di portare allo scoperto più segreti e verità profonde. In questo modo YouTube ci guida sempre di più verso l'estremismo". E questo vale non solo per i temi politici, ma anche per quelli sugli stili di vita e le notizie di attualità. Secondo Tufekci dietro a questo sistema non c'è nessuna volontà di manipolazione, ma soltanto il modello di business di Google: "Google è un broker pubblicitario, che vende la nostra attenzione alle compagnie che pagano le inserzioni. Più a lungo le persone stanno su YouTube, più soldi Google può fare".
Fake in India
Non solo Stati Uniti. Il ruolo di YouTube fa sempre più discutere anche in India dove il portale è una delle destinazioni preferite dai tanti utenti che si affacciano per la prima volta online, andando spesso incontro a contenuti falsi. È successo in occasione della morte dell'attrice Srivevi a fine febbraio, quando i 10 video Trending sulla versione indiana di YouTube erano tutti "fake". Come sottolinea Cnbc, ci sono molti altri casi di contenuti falsi diffusi a mezzo YouTube.
In Europa
Il ruolo di YouTube nell'informazione politica online comincia ad essere analizzato anche in Europa, dove stanno emergendo diverse volti influenti con milioni di follower. Nei giorni scorsi ha fatto discutere il caso di Tommy Robinson, noto youtuber con un seguito di 120.000 follower, arrivato in Italia per denunciare il degrado intorno alla Stazione Termini di Roma. Presentato come giornalista, Robinson è in realtà un noto attivista di destra britannico che pubblica online contenuti estremi contro l'Islam, il femminismo e gli stranieri.
Il fenomeno degli attivisti della cosiddetta "destra alternativa" europea è emerso anche nell'inchiesta di SkyTg24.it sul network europeo di siti, influencer e bot durante la campagna elettorale. Oltre a Tommy Robinson, un altro volto influente è anche quello di Paul Joseph Watson, editor del sito complottista Infowars e youtuber di successo con oltre 1,2 milioni di follower.