Il nuovo edificio, che sarà ad Amsterdam, dovrà essere pronto entro la metà di novembre 2019. La prossima settimana è previsto che il Parlamento europeo si pronunci sulla regolarità della procedura di assegnazione
L'attesa per la pronuncia su regolarità assegnazione
Il governo dell'Aja aveva preventivato una spesa tra i 250 e i 300 milioni di euro per la realizzazione del nuovo edificio. Intanto, per la prossima settima, è previsto che il Parlamento europeo si pronunci sulla regolarità della procedura di assegnazione della sede. Lunedì (12 marzo) una risoluzione in merito al trasferimento dell'Agenzia da Londra ad Amsterdam - necessario dopo la Brexit - sarà votata dalla commissione ambiente e mercoledì (14 marzo) dalla plenaria.
La bocciatura della commissione
L'assegnazione di Ema ha visto un duro scontro tra Amsterdam e Milano con una battaglia arrivata al Parlamento europeo, proprio per la revisione dell'assegnazione dell'Agenzia all’Olanda. A fine febbraio, però, la situazione per l'Italia si era complicata: la commissione Affari costituzionali dell'Europarlamento aveva bocciato l'emendamento della relatrice Mercedes Bresso (Pd), in cui si chiedeva di eliminare dal testo del nuovo regolamento dell'Ema, proposto dalla Commissione Ue, ogni riferimento alla città di Amsterdam come nuova sede e di avviare una procedura concordata tra Parlamento e Consiglio per la scelta.
Lo scontro tra Milano e Amsterdam
L'intera disputa era iniziata quando si era trattato di scegliere la nuova collocazione dell’Ema. Tra le ultime città in lizza c’era anche Milano. Il capoluogo lombardo si era però visto soffiare la possibilità di ospitarla a novembre, a causa di un sorteggio vinto proprio da Amsterdam dopo che le due città erano arrivate pari nella terza votazione. L’Italia però aveva sollevato dei dubbi su quanto la città olandese fosse pronta ad accogliere l’Ema, con il sindaco milanese Beppe Sala che ha più volte insistito sulla necessità di "dare battaglia fino all'ultimo giorno" e con la Regione Lombardia che ha sollecitato l'azione del governo e un "ravvedimento operoso" dell’Ue.