Siria, bombardamenti turchi su Afrin: morti 36 combattenti

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Un elicottero turco sorvola Al-Maabatli, nella regione di Afrin, il 2 marzo (Foto: Archivio Getty Images)
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L'osservatorio siriano sui diritti umani ha diramato il bilancio di un raid sulla località di Kafr Jina. L'offensiva è rivolta contro le forze fedeli al governo di Assad, intervenute a sostegno dell'Unità di protezione popolare curde (Ypg)

Almeno 36 combattenti delle forze filo-governative siriane sono morti nei raid aerei turchi sulla località siriana di Kafr Jina, nella provincia di Afrin, in Siria: lo hanno reso noto fonti dell'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (Ondus).

Il bilancio del raid

Le forze governative siriane sono entrate la settimana scorsa ad Afrin, a supporto delle milizie curde dell'Unità di protezione del popolo curdo (Ypg). La reazione turca è stata veemente: secondo l'Ondus, si tratterebbe del terzo raid aereo nelle ultime 48 ore. Quest'ultimo però sarebbe stato il più violento, non solo per il conto delle vittime: le bombe sono cadute nell'area per circa cinque ore, dalle 5 alle 10 del mattino. Il primo ministro turco Binali Yildirim ha affermato che l'esercito è riuscito a conquistare la città di Rajo, a circa 25 chilometri da Afrin. L'Ondus ha confermato, sostenendo che le forze turche hanno attualmente sotto controllo il 70% della città, dove però sarebbe in corso scontri via terra. I combattimenti sono stati confermati da un comunicato di Sdf (Forze Democratiche Siriane), il gruppo militare guidato da soldati curdi che ha avuto un ruolo cruciale nella lotta contro l'Isis degli ultimi mesi.  

L'operazione "Ramoscello d'ulivo"

Giovedì scorso l'aviazione turca ha colpito due postazioni di combattenti pro-Assad, provocando (sempre secondo l'Ondus) la morte di 17 miliziani. Nella stessa giornata, almeno 8 soldati turchi sono morti e 13 sono rimasti feriti nell'ambito dell'operazione militare "Ramoscello d'ulivo", lanciata oltre un mese fa sul cantone nordoccidentale curdo di Afrin: l'area è controllata da anni dalle forze curde, considerate da Ankara la costola siriana del Pkk, a sua volta additato come organizzazione terroristica nel Paese. Dall'inizio dell'offensiva sarebbero stati uccisi più di 140 civili, di cui 27 erano minori o bambini, e 40 soldati turchi.

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