Dimissioni di Benedetto XVI: 5 anni fa la rinuncia di Papa Ratzinger

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Joseph Ratzinger fu eletto Papa il 19 aprile 2005 (Getty Images)

L'11 febbraio 2013, il pontefice ufficializzò una decisione senza precedenti nell'era moderna, esercitando per la prima volta un'opzione prevista dal diritto canonico solo dal 1983

Sono passate alla storia come le “dimissioni” del Papa. Il loro nome corretto però sarebbe “Rinuncia all'ufficio di romano pontefice”. La sostanza non cambia: cinque anni fa, l'11 febbraio 2013, Benedetto XVI annunciava un passo indietro storico, senza precedenti nell'era moderna.

L'annuncio di Joseph Ratzinger

Già prima del 2013, l'11 febbraio non era un giorno qualsiasi in Vaticano: l'anniversario dei patti Lateranensi. Nessuna sopresa, dunque, quando Papa Ratzinger convocò un concistoro per la canonizzazione di alcuni santi. Al termine della riunione “ordinaria”, però, Benedetto XVI restò al suo posto e iniziò a leggere una dichiarazione, in latino come da norma vaticana. Affermò di dover annunciare una cosa “importante per la Chiesa”, parlando di “età avanzata” (“ingravescentem aetatem”). Due parole non casuali, perché “Ingravescentem aetatem” è il titolo del documento con cui Papa Paolo VI, nel 1970, fissò a 80 anni l'età massima dei cardinali (che oltre questa soglia, poi ridotta a 75 anni, sono tenuti a presentare le proprie dimissioni al Pontefice). Qualcuno, tra i porporati e tra i giornalisti che seguivano la diretta video dalla sala stampa, iniziò a capire. Pochi secondi dopo, la conferma arrivò dalla bocca di Benedetto XVI.

Che cosa ha detto Benedetto XVI

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - disse - sono pervenuto alla certezza che le mie forze non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero”. Ratzinger spiegò di comprendere che il pontificato si compie anche “soffrendo”, ma sottolineò che “nel mondo di oggi per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo”. Un vigore che “negli ultimi mesi in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità”. Per questo, “ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma”.

Cosa dice il diritto canonico

“In piena libertà”, afferma Benedetto XVI. Non si tratta solo di un'espressione di circostanza. Il diritto canonico, infatti, ammette la possibilità della rinuncia, a patto che “sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata”. Se rispetta questi criteri, la decisione non è appellabile perché, afferma sempre il codice, “non si richiede che qualcuno la accetti”. In passato, c'erano già stati casi analoghi: otto, non tutti documentati con certezza. L'ultimo risaliva però a 600 anni prima. Ratzinger è quindi stato il primo pontefice ad esercitare la rinuncia in obbedienza al diritto canonico, che ha codificato questa possibilità solo nel 1983. Una rivoluzione tale da aver portato alla creazione di una nuova carica (non ancora inclusa nel codice), quella di “Pontefice emerito”.

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