Durante l'udienza generale, il Pontefice è tornato sui temi toccati durante la visita in Cile e Perù: la corruzione "più pericolosa dell'influenza" e la pedofilia. Sulle notizie false aggiunge: "Lodevoli iniziative istituzionali per contrastarle"
L'appello contro le fake news
Contro le fake news, per il Papa, "sono lodevoli le iniziative educative che permettono di apprendere come leggere e valutare il contesto comunicativo, insegnando a non essere divulgatori inconsapevoli di disinformazione, ma attori del suo svelamento". Sono altrettanto "lodevoli le iniziative istituzionali e giuridiche impegnate nel definire normative volte ad arginare il fenomeno, come anche quelle, intraprese dalle tech e media company, atte a definire nuovi criteri per la verifica delle identita' personali che si nascondono dietro ai milioni di profili digitali". Secondo Bergoglio "il dramma della disinformazione è lo screditamento dell'altro, la sua rappresentazione come nemico, fino a una demonizzazione che può fomentare conflitti. Le notizie false rivelano così la presenza di atteggiamenti al tempo stesso intolleranti e ipersensibili, con il solo esito che l'arroganza e l'odio rischiano di dilagare. A ciò conduce, in ultima analisi, la falsità".
"Carcere deve sempre avere idea del reinserimento"
Tornando sul suo viaggio in Cile e Perù, il Papa ha indicato "come metodo la via dell’ascolto: in particolare l’ascolto dei poveri, dei giovani e degli anziani, degli immigrati, e anche l’ascolto della terra”, ha proseguito Francesco. “In questo stile di prossimità contano più i gesti delle parole, e un gesto importante che ho potuto compiere è stato visitare il carcere femminile di Santiago - racconta il Pontefice - I volti di quelle donne esprimevano malgrado tutto tanta speranza”. Un’importante sottolineatura è arrivata sul ruolo delle carceri: “Ho incoraggiato quelle donne ad esigere, da sé stesse e dalle istituzioni, un serio cammino di preparazione al reinserimento, come orizzonte che dà senso alla pena quotidiana”. “Non possiamo pensare un carcere senza l’idea del reinserimento - ha concluso il Papa - senza questo è una tortura. Anche gli ergastolani devono pensare alla possibilità di lavorare. Il carcere deve sempre avere questa idea del reinserimento".
"Corruzione più pericolosa dell’influenza"
Papa Francesco ha parlato anche della corruzione, tema già toccato durante la visita in Perù: "La corruzione è più pericolosa dell'influenza, si mischia e rovina i cuori, distrugge tutto”. Del Perù, ha spiegato, "ho apprezzato il patrimonio ambientale, culturale e spirituale, e ho messo a fuoco le due realtà che più gravemente lo minacciano: il degrado ecologico-sociale e la corruzione". "E ho rimarcato - ha aggiunto - che nessuno è esente da responsabilità di fronte a queste due piaghe e che l'impegno per contrastarle riguarda tutti". "Non so se avete sentito parlare di corruzione qui, non solo da quelle parti c'è", ha aggiunto il Papa rivolto alla folla di piazza San Pietro.
"Rifiuto di ogni compromesso sulla pedofilia"
Nei giorni scorsi la visita in Cile del Pontefice era stata caratterizzata da alcune polemiche sui casi di pedofilia nella Chiesa. Il Papa aveva espresso appoggio per il vescovo cileno Juan Barros, accusato di abusi, chiedendo che venissero portate prove nei suoi confronti. Parole per cui il Papa aveva chiesto scusa. "Con i sacerdoti e i consacrati e con i Vescovi del Cile ho vissuto due incontri molto intensi, resi ancora più fecondi dalla sofferenza condivisa per alcune ferite che affliggono la Chiesa in quel Paese”, ha detto oggi il Pontefice. “In particolare ho confermato i miei fratelli nel rifiuto di ogni compromesso con gli abusi sessuali sui minori, e al tempo stesso nella fiducia in Dio, che attraverso questa dura prova purifica e rinnova i suoi ministri".